Autonomia differenziata, la bozza. Rischio differenziazione trattamento economico docenti e didattica “differenziata”
“Ho aggiornato il presidente Fedriga rispetto agli incontri avuti con le Regioni richiedenti l’autonomia differenziata e mi sono impegnato per i prossimi giorni a inviare una bozza di lavoro del progetto di legge di attuazione dell’autonomia differenziata sulla base del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione”.
Lo dichiara il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, che ha incontrato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga.
Un incontro definito dal ministro “cordiale e proficuo”. Fedriga, riferisce Calderoli, “mi ha rappresentato le esigenze delle Regioni, esigenze contenute nel documento approvato dalla Conferenza stessa il 22 ottobre, a partire dalle urgenze in maniera sanitaria, di trasporto pubblico locale e su altri argomenti. Lo stesso presidente Fedriga mi ha aggiornato rispetto alla volontà da parte della Regione Friuli Venezia di acquisire ulteriori competenze attraverso lo strumento delle norme di attuazione”.
“Nel corso degli incontri avuti in questi giorni con Fedriga e con le altre Regioni e con l’Upi ho avuto un positivo riscontro di una volontà di leale collaborazione tra Governo, Regioni e Province. E la settimana prossima avrò anche l’incontro ufficiale con l’Anci”, ha concluso il ministro.
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Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna: gli accordi preliminari
Bisogna però partire dall’inizio e tornare al 2017, quando il tema dell’autonomia regionalizzata ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, è sorto a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
Dopo aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente previsto. Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il percorso per la richiesta di condizioni particolari di autonomia, che hanno dovuto però interrompere le iniziative a causa del covid.
Regionalizzazione scuola, cosa potrebbe cambiare?
L’idea della regionalizzazione dell’istruzione prevede che alcune regioni potrebbero stabilire in autonomia la propria offerta formativa e il trattamento economico degli insegnanti, attraverso concorsi regionali.
Dunque, nella pratica diventerebbero regionali l’organizzazione didattica, il sistema delle graduatorie e degli stipendi dei docenti. Ma anche l’offerta formativa e l’assegnazione di contributi alle scuole paritarie.