Autonomia differenziata, anche la Campania presenta il ricorso
Dopo Sardegna e Toscana, anche la Regione Campania ha deciso di ricorrere contro la legge che autorizza l’autonomia differenziata.
La Regione, come riporta Italia Oggi, ha presentato un documento articolato in 15 motivi.
Le motivazioni dei ricorrenti si basano sul fatto che le modalità attuative dell’art. 116, comma 3 della Costituzione adottate dalla legge Calderoli ne tradirebbero lo spirito determinando “un sistema iniquo, volto a realizzare non un progetto ‘di autonomia, fattispecie lecita, ma più correttamente di secessione, evento illecito, che si colloca fuori dell’ordinamento costituzionale’”.
Nel testo, infatti, sarebbe presente una “gravissima violazione” dei principi di legalità, poiché l’individuazione dei livelli essenziali di prestazione viene affidata al governo senza predeterminare alcun principio o criterio direttivo, in contrasto con la Costituzione.
“Si affida l’intesa ad una trattativa con il Governo, mortificando il ruolo delle Conferenze, in violazione del principio di leale collaborazione e impedendo di verificare le ricadute dei singoli percorsi sull’insieme delle Regioni e su tutta la rete delle autonomie locali”, proseguono.
La legge proposta da Roberto Calderoli, “consente una devoluzione di competenze alle Regioni così ampia ed incontrollata, anche in materie riguardanti diritti fondamentali e servizi di civiltà – come la sanità, la scuola pubblica, la previdenza integrativa, la protezione civile – da minare la stessa sovranità dello Stato e rompere l’unità nazionale e l’eguaglianza dei cittadini delle diverse aree del Paese”.