Autonomia differenziata: al via le trattative, tra spinte secessioniste e timori per il Sud. Bonaccini tuona: “Rischio 20 scuole diverse, sarebbe errore gravissimo”

A meno di un mese dall’approvazione, la legge sull’autonomia differenziata infiamma il dibattito politico. Mentre il governo si prepara ad avviare le trattative con le Regioni, emergono forti preoccupazioni per un possibile aumento delle disparità tra Nord e Sud del Paese.
Il ministro Calderoli preme sull’acceleratore per dare rapida attuazione alla legge 86/24, con l’obiettivo di avviare le trattative con Veneto, Lombardia e Piemonte sulle nove materie che non necessitano della definizione dei Livelli essenziali di prestazione (Lep).
Mentre Zaia (Veneto) e Fontana (Lombardia) rilanciano con richieste ancora più ampie, si levano forti critiche dal Mezzogiorno. Il presidente della Puglia Emiliano denuncia il rischio di un esodo di medici, infermieri e insegnanti verso le regioni più ricche, attratti da stipendi più alti.
Un timore condiviso anche da Bonaccini (ex Presidente dell’Emilia Romagna), che critica la richiesta di autonomia su scuola e sanità, definendola “un errore gravissimo” che rischia di creare “20 pubbliche istruzioni diverse”.