Autismo e scuola, le parole di Susanna Tamaro: “Negli anni ’60 sono riuscita a sopravvivere perché in classe regnavano ordine e disciplina. Nessuno faceva rumori con le sedie”

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In occasione della Giornata mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, la scrittrice Susanna Tamaro ha condiviso la sua personale esperienza sul Corriere della Sera, sottolineando quanto l’ambiente scolastico giochi un ruolo cruciale per gli studenti neurodivergenti.

Negli anni Sessanta, racconta, la sopravvivenza in classe era possibile grazie a un rigido ordine e disciplina, che garantivano silenzio e riducevano il disagio sensoriale. Oggi, invece, il frastuono e il disordine nelle aule possono amplificare le difficoltà di chi è nello spettro autistico, rendendo necessari approcci più strutturati e inclusivi.

Autismo e lavoro: i dati e le nuove prospettive

In Europa, si stima che le persone con autismo siano circa 5 milioni, mentre in Italia le stime parlano di 600.000 casi, sebbene i dati ufficiali siano ancora limitati. Il tasso di occupazione per queste persone è fermo al 10%, ben al di sotto della media generale. Per colmare questo gap, organizzazioni come Stimulus Italia e Specialisterne hanno presentato il vademecum “Autismo, lavoro, benessere”, con l’obiettivo di promuovere buone prassi lavorative e ambienti più accoglienti.

L’autismo, definito come una condizione del neurosviluppo, non è un limite alle capacità professionali, ma richiede spazi e modalità di lavoro adeguati per valorizzare il potenziale di ciascuno.

Le competenze delle persone neurodivergenti sono spesso sottovalutate, nonostante dimostrino eccellenza in settori come informatica, ingegneria e analisi dati. La strada per una vera inclusione lavorativa è ancora lunga e passa attraverso una maggiore sensibilizzazione, formazione dei recruiter e politiche aziendali più audaci.

Diagnosi precoce e sensibilizzazione: il ruolo della neuropsichiatria

In ambito scolastico e non solo, la Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) ha elencato 10 segnali per riconoscere precocemente l’autismo nei bambini, tra cui la mancata risposta al proprio nome, il disinteresse verso le relazioni sociali e la tendenza a comportamenti ripetitivi.

  • Assenza di risposta al proprio nome dopo i 12 mesi
  • Scarsa attenzione condivisa (mancato interesse quando si indica un oggetto)
  • Evitamento del contatto visivo e tendenza all’isolamento
  • Difficoltà nell’interazione sociale, con scarso interesse verso i coetanei
  • Ipersensibilità o avversione al contatto fisico (abbracci, carezze)
  • Risposte discontinue agli stimoli verbali, con reazioni invece a suoni specifici
  • Ritardo nel linguaggio o uso ripetitivo di parole e frasi
  • Movimenti stereotipati (dondolio, battito delle mani)
  • Reazioni insolite a stimoli sensoriali (luci, rumori, tessuti)

Gli indicatori, se riconosciuti in tempo, permettono di avviare percorsi terapeutici personalizzati, che possono includere logopedia, terapia comportamentale e interventi educativi strutturati. La Giornata mondiale della Consapevolezza sull’Autismo serve proprio a rinnovare l’impegno verso una maggiore consapevolezza, affinché ogni bambino possa accedere a strumenti di crescita adeguati.

Verso un futuro più inclusivo: il ruolo di scuola e famiglia

La collaborazione tra neuropsichiatri, insegnanti e genitori è essenziale per creare una rete di sostegno solida. A scuola, ad esempio, l’uso di Piani Educativi Individualizzati e l’introduzione di strumenti compensativi (come tabelle visive o spazi silenziosi) possono migliorare significativamente l’apprendimento. Intanto, la ricerca avanza: nuovi studi esplorano il legame tra microbiota intestinale e autismo, mentre tecnologie come la realtà virtuale vengono testate per potenziare le abilità sociali.

L’obiettivo finale? Trasformare le sfide in opportunità, garantendo a ogni persona nello spettro la possibilità di esprimere il proprio potenziale. Per farlo, servono risorse dedicate, formazione continua e una società pronta ad accogliere la neurodiversità come ricchezza, non come limite.

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