Aumento stipendi docenti, difficile arrivino risorse aggiuntive dal nuovo Governo. Ma il rinnovo contrattuale potrebbe essere più vicino

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Non sembra lontana la firma del nuovo contratto scuola (scaduto in realtà da oltre 3 anni). Ma forse è meglio non farsi troppe illusioni: il nuovo Governo difficilmente metterà sul piatto nuove risorse per adeguare le cifre per gli stipendi del personale.

Le questioni urgenti a cui si riferisce Giorgia Meloni nei primi commenti post elezioni, riguardano senza dubbio la questione del caro bollette e la gestione della crisi energetica.

10 miliardi per la manovra

Abbiamo già spiegato che in base a quanto prevede la nota di aggiornamento al DEF, la Nadef, che ha ricevuto il via libera dal Governo uscente, emergono infatti, oltre ad un quadro di crescita economica prevista per quest’anno, anche delle risorse che il prossimo esecutivo si troverà a gestire.

Risorse stimate in un tesoretto da 20 miliardi che, però, la metà dovrà essere impiegata il prima possibile per un decreto contro il caro bollette. E l’altro 50% della somma, dunque altri 10 miliardi, che invece potranno essere impiegati per la manovra 2023.

Se da un lato si potrebbe aprire uno spiraglio, dall’altro però è meglio restare con i piedi per terra: dovendo affrontare una crisi energetica con risvolti economici non indifferenti, appare complicato pensare di investire sul contratto scuola parte di quei 10 miliardi che andranno alla legge di bilancio.

L’ipotesi più probabile: firma del contratto con le risorse esistenti, compresi i 300 milioni dal salario accessorio

Per questo, visto l’attuale scenario, la strada chiaramente ipotizzabile è quella di una chiusura della trattativa per il rinnovo contrattuale che potrebbe aversi a breve o comunque entro l’anno con le risorse già stanziate in precedenza.

L’unica buona notizia, come abbiamo già riportato, è lo sblocco di una parte di somme previste per il salario accessorio in favore del CCNL: poco più di 300 milioni da destinare al personale docente.

Pur trattandosi di uno spostamento di risorse già esistenti, si tratta dell’unico aumento previsto rispetto agli ultimi calcoli forniti dai sindacati. Non inciderà molto e siamo abbondantemente lontani dalle 3 cifre che chiedevano i sindacati, ma a conti fatti bisogna considerare che i docenti in busta paga potrebbero ricevere una cifra compresa fra i 15-20 euro circa in più.

La base di partenza è, come sappiamo, un aumento medio di circa 50-60 euro netti in busta paga a cui bisognerà aggiungere, dunque, le risorse provenienti dal salario accessorio.

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