Aumento stipendi docenti, ancora tutto fermo: si attende dal MEF l’ok per i 340 milioni in più per il rinnovo del contratto
Ancora tutto fermo per quanto riguarda il rinnovo del CCNL scuola: nessuna novità in merito alle risorse per l’aumento stipendiale dopo l’ultimo incontro all’Aran del 18 ottobre.
L’incontro del 18 ottobre, infatti, come abbiamo spiegato in precedenza, ha riguardato la parte comune del CCNL che concerne il rapporto di lavoro: ferie, malattie, congedi e permessi.
Le organizzazioni sindacali, in particolari, attendono notizie sullo sblocco di una parte di somme previste per il salario accessorio in favore del CCNL: circa 340 milioni da destinare al personale docente.
Il Presidente dell’ARAN nel corso dell’incontro, fanno sapere i sindacati, ha informato che l’integrazione dell’atto di indirizzo che prevede per la messa a disposizione delle risorse riguardanti la valorizzazione del personale della scuola, circa 340 milioni, sta completando il suo iter ed è attualmente al MEF.
Pur trattandosi di uno spostamento di risorse già esistenti, si tratta dell’unico aumento previsto rispetto agli ultimi calcoli forniti dai sindacati.
Non inciderà molto e siamo abbondantemente lontani dalle 3 cifre che chiedevano i sindacati, ma a conti fatti bisogna considerare che i docenti in busta paga potrebbero ricevere una cifra compresa fra i 15-20 euro circa in più.
La base di partenza è, come sappiamo, un aumento medio di circa 50-60 euro netti in busta paga a cui bisognerà aggiungere, dunque, le risorse provenienti dal salario accessorio.
Lo spostamento dei fondi del MOF sul contratto non è piaciuta Luigi Marattin di Italia Viva: “Non esiste persona razionale che possa contestare che lo stipendio dei docenti italiani sia più basso rispetto ad altri paesi europei. E io faccio parte di coloro che pensano che sia giusto alzare il livello per tutti. Tuttavia, e da sempre, sono anche convinto che occorra differenziare gli stipendi a seconda della valutazione e dell’impegno in zone particolari del paese”.
E ancora: “Se proprio servono altri 300 milioni – oltre ai 2,17 mld – si possono facilmente trovare nella prossima legge di bilancio. Ma svuotare quel fondo è un brutto segnale per chi crede che la scuola sia troppo importante per lasciarla nelle mani di chi non vuole cambiare nulla“, conclude Marattin.
“Noi il contratto vorremmo cambiarlo totalmente, stravolgerlo. I lavoratori devono aspettare il bonus 150 euro a dicembre o devono avere i 120 euro di aumento più i 4000 di arretrati?”, ha detto durante l’incontro del 18 ottobre Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
“La nostra idea rimane quella del “contratto ponte”: aumenti e arretrati da approvare subito, il resto si discuterà in occasione del prossimo rinnovo contrattuale 2022/24”, prosegue il sindacalista.