Aumenti stipendio: cedolino più alto con detassazione. Le proposte

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Aumenti stipendio e rinnovo contratto. Quello del personale della scuola è scaduto il 31 dicembre 2018 e in attesa della convocazione delle parti, si avanzano le prime proposte. 

Il punto di partenza è l’intesa tra Governo, Miur e sindacati del 24 aprile. In quell’occasione il Governo si è impegnato a reperire le risorse necessarie a far recuperare al personale della scuola la perdita del potere d’acquisto.

Allo stesso tempo, nel corso del triennio di vigenza del Contratto (2019/21), si è assunto l’impegno ad allineare progressivamente gli stipendi dei docenti e degli ATA italiani a quelli dei colleghi europei.

Aumento stipendi: quanto?

Il ministro Bussetti, pur rinviando la quantificazione degli aumenti alla legge di bilancio 2020, ha parlato di “aumento a tre cifre“.

Gli aumenti mensili, secondo il Corriere, dovrebbe essere di 100 euro.

Simile la stima de “Il Messaggero“, secondo cui gli aumenti saranno di 95 euro o poco più.

Da cosa dipenderà

L’intesa sottoscritta il 24 aprile tra sindacati e Governo comprende:

  • recupero dell’inflazione per il periodo 2019-21
  • reperimento  ulteriori risorse nella Legge di Bilancio 2020, da sommare a quelle già stanziate nella Legge di Bilancio 2019.

E’ questa dunque la partita che si giocherà: a partire dai 95 euro calcolati per il recupero dell’inflazione, fino a che punto il Governo sarà disposto ad alzare l’asticella per riconoscere il prestigio sociale degli insegnanti?

N.B. le cifre indicate vanno intese, al momento,  al lordo.

Aumenti stipendio: reali, con detassazione

Il Segretario Generale della Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, in delegazione con il Segretario Generale Snals-Confsal, Elvira Serafini, ha incontratogiovedì 25 luglio a Palazzo Chigi il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nel corso della riunione la Confsal ha esposto la propria proposta integrata sulla riforma fiscale e sul salario minimo legale. Il Segretario Margiotta ha espresso la ferma contrarietà della Confederazione a qualsiasi provvedimento che si configuri come una tassa sulla povertà o una tassa sulle basse retribuzioni. Ha sostenuto la necessità di detassare il salario minimo legale.

L’aliquota zero per i redditi fino a 16.000 euro –ha precisato Margiotta- deve obbligatoriamente costituire il primo step dell’annunciata riforma per la riduzione del carico fiscale, denominata flat tax.

Tassare i redditi da lavoro prossimi alla soglia di povertà e ai parametri dei low pay jobs è una bestemmia sociale”.

Barbagallo (UIL) ha avanzato una proposta che punta a far aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.

La proposta consiste nel detassare tutti gli aumenti contrattuali, in modo da far crescere lo stipendio e il potere di acquisto degli interessati a vantaggio dell’intero Paese.

Così leggiamo anche nel sito della Uil:

I dati diffusi dall’Istat in merito alla frenata delle retribuzioni non fanno altro che confermare le nostre preoccupazioni. Se diminuisce il potere d’acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, è il Paese nel suo insieme a pagarne le conseguenze. Dunque, ribadiamo la nostra richiesta di riduzione delle tasse su lavoro e pensioni, così come l’abbiamo formulata nell’incontro di ieri a Palazzo Chigi. Oltre alla riduzione del cuneo fiscale, una delle soluzioni più pratiche, efficaci e senza aggravi aggiuntivi per il bilancio dello Stato sarebbe anche quella di detassare tutti gli aumenti contrattuali. Speriamo che il Governo voglia accogliere queste nostre richieste di buon senso ed efficaci per lo sviluppo del Paese.

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