“Aumenti? Priorità assoluta. No a valutazione docente da enti esterni. CCNL 2019-21 non è tutto da buttare”. Intervista a Giuseppe D’Aprile (UIL Scuola) [VIDEO]

Il ritardo nell’avvio della contrattazione, il rischio di confrontarsi con slogan irrealizzabili, le critiche alla valutazione esterna e alla formazione incentivata, l’obiettivo centrale di garantire aumenti salariali adeguati, anche al tasso di inflazione, che permettano di recuperare il potere di acquisto del personale della scuola: l’intervista a Giuseppe D’Aprile (segretario generale UIL Scuola) inaugura il nuovo format di Orizzonte Scuola con i protagonisti della politica scolastica.
L’avvio della contrattazione nel contesto elettorale
Durante l’intervista a Orizzonte Scuola TV, il segretario generale della UIL Scuola ha espresso preoccupazioni riguardo alla tempistica dell’avvio della contrattazione per il rinnovo del Contratto Collettivo 2022-2024. “Siamo contenti – ha sottolineato D’Aprile – che l’ARAN ci abbia convocato, ma ricordo che ciò è avvenuto con 8 mesi di ritardo rispetto all’atto di indirizzo del Ministro Valditara, pubblicato a Luglio 2024. Ancora una volta sottoscriveremo un CCNL già scaduto“. Infatti, il CCNL di cui si inizia a discutere riguarda il triennio 2022-2024, scaduto a Dicembre 2024. Ma non è tutto, D’Aprile critica anche la scelta dell’amministrazione di non fornire il testo dell’atto di indirizzo ministeriale, “abbiamo letto qualche indiscrezione sui giornali, per cui le nostre valutazioni, ad oggi, si basano solo su indiscrezioni e non su un testo ufficiale”.
Qualche critica anche sull’opportunità di avviare la fase di contrattazione durante la campagna elettorale per il rinnovo delle RSU. “Si promette di tutto e di più, mancano solo i materassi e le pentole, ma non è il nostro costume, sarebbe una mancanza di rispetto per il personale della scuola. Così come non è nostro costume assumere posizioni pregiudiziali e decisioni preventive: discuteremo con i lavoratori della scuola e decideremo di conseguenza”.
Le richieste della UIL Scuola: aspetti economici
Per quanto riguarda gli aspetti economici, tra le principali richieste avanzate dalla UIL Scuola in sede di rinnovo contrattuale, vi sono:
- recupero del potere d’acquisto degli stipendi, attraverso un aumento salariale superiore all’inflazione;
- detassazione degli aumenti contrattuali, per garantire un impatto economico concreto sulle retribuzioni;
- incremento delle risorse per il personale scolastico, sostenendo che il governo abbia già stanziato fondi per altre voci di bilancio, come le scuole paritarie;
- estrapolazione della scuola dai vincoli di bilancio, con la creazione di capitoli di spesa annuali per garantire continuità agli aumenti salariali.
“Qualsiasi rinnovo contrattuale, secondo il nostro punto di vista – ha dichiarato il segretario della UIL Scuola – deve tradursi nella volontà di mettere in campo gli investimenti. Il primo è quello sul personale, tutto, indistintamente dalla scuola. Anche l’ISTAT conferma che le retribuzioni reali sono scese sotto quelle del 2009″.
E se la coperta è corta? “Il Ministero – ricorda – ha aumentato di 50 milioni gli stanziamenti per le scuole paritarie, per un totale di 750 milioni di euro: allora i soldi ci sono. Bisognerebbe investire prima sulla scuola statale e sul personale che ci lavora e poi pensare ad altro. E inoltre si potrebbero creare capitoli di spesa annuali estrapolando l’istruzione dai vincoli di bilancio, così come lo si richiede addirittura per gli armamenti”.
Maggiori investimenti, dunque, per recuperare il potere di acquisto eroso dall’inflazione, poiché, secondo D’Aprile, le attuali proposte dell’amministrazione non garantiscono una crescita retributiva adeguata, con un aumento previsto del 6% a fronte di un’inflazione pari al 16%. “Per questo diciamo di prendere i soldi da altri capitoli di spesa e di prenderli da quelli già messi da parte per il rinnovo del CCNL 2025-2027, anticipandoli già ora. E addirittura, se si detassassero anche gli aumenti contrattuali allora rinnoveremo un contratto non più al 6% ma sfioriamo il 10%, è diverso”.
“Il CCNL 2019-2021 va migliorato, non è tutto da buttare”
“Non abbiamo sottoscritto il precedente contratto perché non lo ritenevamo migliorativo, ma non è tutto da buttare”. E così, nonostante la mancata sottoscrizione, D’Aprile riconosce il valore di alcuni aspetti positivi da cui ripartire, tra cui:
- i tre giorni di permesso per i docenti con incarico annuale;
- la formazione e la possibilità di accettare incarichi anche su posti di sostegno dello stesso grado;
- i collegi docenti a distanza;
- la tutela delle donne vittime di violenza e contrasto alle discriminazioni di genere.
Aspetti positivi che, tuttavia, non erano sufficienti a giustificare la firma del CCNL 2019-2021, poiché rimanevano molteplici criticità che necessitano di interventi più incisivi.
Tra queste, il segretario segnala:
- una maggiore trasparenza nelle relazioni sindacali, attualmente carente;
- la tutela del personale delle scuole all’estero, i cui diritti sono stati ridotti da recenti modifiche legislative;
- la modifica delle disposizioni sulla responsabilità disciplinare, ritenuta inaccettabile, poiché attualmente consente al dirigente scolastico di svolgere contemporaneamente il ruolo di inquirente e giudicante;
- la revisione dell’ordinamento professionale del personale ATA, ritenuto insoddisfacente rispetto alle previsioni del precedente contratto, come accaduto per i DSGA (ora funzionari dell’Elevata Qualificazione) a cui “sono state date grosse responsabilità, ma non sono stati valorizzati da un punto di vista economico”.
Formazione incentivata: “Spero di essere smentito”
Un altro punto critico riguarda la formazione incentivata dei docenti. D’Aprile ha ribadito la contrarietà della UIL a un sistema che subordina la valorizzazione professionale a valutazioni esterne, ritenendo che la libertà di insegnamento debba essere preservata. “La formazione e quindi la conseguente valorizzazione professionale del personale non può passare da valutazioni esterne. Non si può, per dirlo in due parole, insegnare a insegnare. Spero di essere smentito” chiosa.
Il problema del precariato e le proposte per la stabilizzazione
In una parentesi extra-contrattuale dell’intervista, D’Aprile ha evidenziato il problema del precariato scolastico, affermando che il numero di docenti e ATA precari abbia ormai superato le 290.000 unità. “Arriviamo a quasi 300 mila – precisa – se contiamo anche le supplenze brevi e saltuarie. Una mole di gente che si alza la mattina, fa il proprio dovere e rischiano di non percepire lo stipendio nei tempi dovuti”.
La UIL propone di:
- stabilizzare i precari attraverso l’utilizzo delle graduatorie esistenti, evitando di bandire nuovi concorsi senza aver prima esaurito quelli in corso;
- eliminare il numero chiuso nei percorsi di specializzazione sul sostegno, per garantire un numero adeguato di docenti formati;
- trasformare l’organico di fatto in organico di diritto, per ridurre la precarietà strutturale del sistema scolastico.
Secondo D’Aprile, il turnover naturale e il calo demografico non basteranno a risolvere il problema, poiché la domanda di insegnanti resterà elevata.
La priorità per il rinnovo contrattuale
Alla domanda su quale fosse la priorità assoluta nel rinnovo contrattuale, D’Aprile ha risposto senza esitazione: gli aumenti salariali. “Immaginiamo – conclude il segretario – un contratto che dia gli aumenti, che siano detassati, che aggiunge anche il 2% delle risorse stanziate per il 2025-2027: sarebbe un grandissimo passo avanti per il riconoscimento economico del personale della scuola, se lo merita. Poi sul resto sono sicuro che le soluzioni si troverebbero, perché tra persone che hanno a cuore il futuro della scuola e del comparto di questo Paese le soluzioni si troveranno”.