Aumentano i lavoratori precari nella scuola, dal 5% al 30% e diminuiscono i redditi: dati INPS
Il Rapporto annuale dell’INPS evidenzia variazioni significative nei redditi dei dipendenti pubblici in Italia, con particolare attenzione al settore dell’istruzione. Da report sono emerse alcune criticità, parte delle quali ieri evidenziate dal rapporto OCSE sullo stato dell’istruzione italiana.
Ecco alcune delle principali conclusioni tratte dal rapporto INPS:
Diminuzione dei redditi nel settore della scuola pubblica: nel settore della scuola pubblica, i redditi annui degli insegnanti e degli operatori sono diminuiti in media da 31.000 a 26.000 euro all’anno. Questa diminuzione è attribuita principalmente all'”aumento importante dei lavoratori temporanei”. Questo suggerisce che una parte significativa del personale scolastico potrebbe essere composta da lavoratori con contratti a termine o precari, che tendono a ricevere retribuzioni più basse rispetto ai loro colleghi con contratti a tempo indeterminato.
Aumento dei redditi in altri settori pubblici: al contrario, il rapporto evidenzia un aumento dei redditi annui nel settore della pubblica sicurezza e nell’ambito dell’università ed enti di ricerca. Nel primo caso, si è passati da circa 35.100 euro a 42.720 euro, mentre nel secondo caso da 44.100 euro a 47.700 euro. Questo può essere dovuto a vari fattori, tra cui il tipo di lavoro svolto, le qualifiche richieste e i contratti di lavoro.
Crescita significativa del numero di lavoratori nel settore scolastico: il settore della scuola è il settore con il più elevato numero di lavoratori, con un aumento significativo negli ultimi anni. Il numero di lavoratori nel mondo della scuola è passato da 891.000 nel 2014 a 1.237.000 nel 2021, registrando un aumento del 40%. Questo incremento è in parte attribuito all’aumento del numero di lavoratori a tempo determinato nel settore, che è passato da meno del 5% a poco meno del 30%.