ATA a 1000 km dal neo marito: “Mi sento fortunata, anche se 1300 euro non bastano. Giusto avere stipendi differenziati”. La storia di Beatrice

Circa un anno e mezzo fa si è sposata e vive a distanza il matrimonio per non lasciare il lavoro da ATA. La famiglia manca ed è difficile stare lontano dai genitori anziani, oltre che dal marito. E’ la storia di Beatrice Piscioneri, 36 anni, che dal 2021 lavora come ATA, assistente amministrativa, a Sassuolo, a oltre 1000 km di distanza dai suoi affetti lasciati in provincia di Reggio Calabria.
Beatrice, prima di partire per lavorare come ATA in Emilia Romagna, aveva già un lavoro sicuro, a tempo indeterminato in una scuola paritaria, ma non si sentiva tranquilla appieno in prospettiva futura, e così ha deciso di inserirsi in graduatoria terza fascia della provincia di Modena.
“La convocazione è arrivata di sabato e la domenica in fretta e furia sono partita e lunedì mattina ho iniziato a lavorare” ricorda.
“Inizialmente non trovavo appartamento e così non potevo neanche stare con mio marito, allora eravamo ancora fidanzati. Sono stata una settimana in albergo, non avevo nessuno lì da cui appoggiarmi, poi dalle suore, e dopo un po’ sono riuscita a trovare un appartamento e così il mio compagno è potuto venire da me. Anche lui ha trovato lavoro in Emilia, sempre saltuario, ha svolto fra l’altro supplenze come amministrativo e docente, fino al concorso vinto e il lavoro come funzionario della Regione Calabria”.
“Il 2 settembre 2022 ci siamo sposati. Il 21 agosto avevo terminato una supplenza, l’8 settembre ho ricominciato a lavorare. Non ho fatto neanche il viaggio di nozze. Ho ritenuto inopportuno chiedere il permesso avendo appena iniziato la supplenza, nonostante lo Stato ci metta a disposizione questo e altri permessi. Prima viene il lavoro. Volevo dimostrare di essere andata per lavorare e non per cercare scorciatoie”.
E su quest’ultimo punto Beatrice ci tiene a fare una precisazione: “Noi calabresi e tanti altri che arriviamo dal sud, al contrario di ciò che a volte si dice, lavoriamo con dedizione senza approfittarci dei vari permessi, sfidando le statistiche sull’assenteismo e dimostrando che non tutti sono alla ricerca del facile”.
Beatrice lavora e studia, è iscritta alla magistrale in Media Education per le discipline letterarie e l’editoria presso l’Università Unimore di Modena e Reggio Emilia. “E’ un percorso che mi permette di approfondire di più le mie conoscenze, non ho altri scopi, voglio portare avanti il percorso come ATA. E poi voglio occupare meglio il mio tempo libero. Con un’associazione di volontari, il Melograno, ogni mercoledì, preparo la cena per le persone bisognose. Le giornate volano tra studio, impegni e palestra” spiega.
La giovane segretaria scolastica riesce a far quadrare i conti grazie all’aiuto della famiglia. “Per questo io la vivo con serenità. Riconosco che ci sono i sacrifici, ma la mia famiglia mi permette di superare le difficoltà col sorriso. Se non avessi una famiglia dietro non mi sarei potuta permettere università e tutto il resto. Lo stipendio non ce lo consente. Prendiamo circa 1350 euro, 700 euro di affitto, questo mese ho pagato 300 euro di gas, con le altre bollette e le altre spese, si capisce bene che non basta. Mi sento fortunata ad avere l’aiuto della famiglia. Gli stipendi non sono adeguati al costo della vita”.
Sulla possibilità di avere stipendi differenziati in base alla città in cui si vive, Beatrice è d’accordo: “Gli affitti e tutto il resto qui e in altri posti sono obiettivamente più alti e sarebbe giusto differenziare le retribuzioni”.
La giovane ATA spera di rientrare presto in Calabria: “Inizialmente avevamo pensato di stare qui con mio marito, ma ora che lui ha trovato lavoro come funzionario in Regione, vogliamo stare insieme giù. A settembre passerò in prima fascia e potrei entrare di ruolo. Il mio cuore è comunque radicato nella mia terra, anche se qui ho trovato affetti importanti. Mio marito spesso parte per passare un weekend qui da me, è diventato ormai un pendolare” dice sorridendo. “Mi sento fortunata per la persona che ho accanto. La distanza accresce il nostro amore. Ricordo che per festeggiare il suo contratto a tempo indeterminato mi sono presentata con un palloncino in aeroporto. L’ho supportato tanto e lui supporta me”.