ATA, 18 ore permessi visite specialistiche. Una vittoria o meno diritti?

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Dott. Andrea Barsotti, ass. amm. presso l’I.C. Rosmini di Roma – Con il nuovo contratto firmato il 19 aprile scorso da quasi tutte le maggiori organizzazioni sindacali dell’ambito scolastico si è messo mano fra l’altro alla disciplina relativa alle visite specialistiche.

I sindacati non hanno perduto occasione per affermare sin da subito e proprio sullo specifico punto la bontà del loro operato affermando di aver ottenuto permessi aggiuntivi rispetto al contratto previgente.

Ad una semplice lettura del nuovo art. 33, che regola ora la materia, è facile rendersi conto che al personale ATA nulla in più è stato concesso in termini di diritti semmai si è operato in senso nettamente opposto comprimendo gli strumenti di tutela a favore della salute del lavoratore.

Tralasciando gli effetti squisitamenti economici collegati alle visite andiamo ad analizzare e comparare sommariamente la vecchia e la nuova disciplina sul fronte del diritto a vedersi risconosciuto un giorno di assenza per visita specialistica.

Nel passato il personale ATA, per ipotesi di scuola, avrebbe potuto chiedere ed ottenere in buona sostanza tanti giorni per visita specialistica quanti necessari (senza obbligo di recuperare alcunchè per intenderci) sino al raggiungimento della soglia di comporto della malattia in ragione del fatto che la visita specialistica era equiparata, al fine che a noi interessa, alla malattia.

Con il contratto aprile 2018 le cose cambiano e di molto. Il lavoratore ATA che oggi abbia esaurito le 18 ore specificamente deputate a giustificare l’assenza per visita potrà ricorrere, in caso di necessità di ulteriori visite e accertamenti, all’istituto della malattia solo al verificarsi di determinate condizioni (il riferimento è alla casistica prevista nei commi 11,12, e 14 dell’art.33).

In mancanza di queste condizioni il dipendente dovrà o rinunciare alla visita oppure fare ricorso ad altri strumenti giuridici come i permessi brevi a recupero, ferie, giorni per motivi personali, ect.

E’ di tutta evidenza che il diritto alla visita, rectius alla salute, è stato compresso e non ampliato.

Il fatto che quest’opera di smantellamento sia stata attuata anche in altri comparti pubblici e in altri ministeri non giustifica però l’opera mistificatoria dei sindacati, intenti questi a far passare per bianco ciò che è nero e viceversa.

La nuova normativa è una sconfitta per gli ATA non una vittoria, bisogna assumersene la paternità e la responsabilità.

Concludiamo rilevando che per qualche strana alchimia il personale docente è rimasto indenne alla scure della riforma. I docenti potranno continuare a godere di diritti che, a nostro avviso, dovrebbero essere riconosciuti a tutte le categoria di lavoratori.

ATA, 18 ore di permessi aggiuntivi per visite specialistiche

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