“Assurda l’idea di insegnanti fatti tutti con lo stampino. E gli studenti dovrebbero valutare i loro docenti”. Il pensiero di un prof in pensione
“La volontà e la capacità di sapersi mettere in discussione. Sarebbe opportuno, per esempio, che l’insegnante si lasciasse valutare dai suoi studenti con un questionario per poter aggiustare il tiro strada facendo”.
Si tratta del pensiero di Paolo Quaglia, docente neopensionato, che su La Repubblica esprime il suo punto di vista sulla professione e sul rapporto fra docenti, studenti e genitori.
“La concezione per cui il professore detiene il potere e gli studenti devono tacere, ubbidire e studiare deve essere superata, anche perché se non c’è confronto la trasmissione del sapere diventa inefficace. Lo studente deve comprendere che c’è una gerarchia, ma l’obbedienza deve essere critica, non passiva”, prosegue l’insegnante.
“Ho sempre dedicato i 15 minuti prima dell’inizio delle lezioni al ricevimento di genitori e ragazzi per parlare non solo di didattica, ma di qualsiasi cosa. La relazione con gli allievi non può prescindere dall’aspetto umano e dall’attenzione alle piccole o grandi difficoltà che affrontano”, continua.
E ancora: “Trovo assurda la volontà di uniformare sempre più criteri di valutazione e programmi, l’idea di insegnanti fatti con lo stampino. L’autonomia del docente è importante, così come l’essere chiari con i propri allievi sul lavoro da fare e su come svolgerlo“.
Infine, conclude: “Il nostro è un lavoro di grande responsabilità, che richiede fatica e impegno. Un mestiere in cui se lavori molto bene non hai gratificazioni materiali, e questo è sbagliato, ma ti consolano le gratificazioni umane”.