Assunzioni, Anief: basta scorrere graduatorie di istituto, sono già graduate per titoli
Anief – Sulle modalità di assunzione dei docenti precari, anche gli altri sindacati rappresentativi si allineano alla proposta di Anief di assumerli in base ai titoli, rispetto ai nuovi concorsi i cui tempi di attuazione sono troppo lunghi, come si legge nei rilievi del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. In 15 mila firmano le petizioni presentate da Marcello Pacifico che interviene martedì e mercoledì prossimo in un webinar alle 17.30.
La soluzione è a portata di un clic: basta emanare il decreto di aggiornamento delle graduatorie di istituto provinciali e scorrerle anche per il reclutamento sui posti vacanti residuali dalle immissioni in ruolo assegnate a GaE e graduatorie di merito. Sono già graduatorie per titoli. In meno di una settimana sono stati in 15 mila a firmare le petizioni lanciate da Marcello Pacifico per chiedere l’aggiornamento urgente delle graduatorie d’istituto e Ata 24 mesi al fine delle immissioni in ruolo e per l’avvio dell’anno scolastico 2020/21 con la conferma dei contratti vigenti.
Presto l’assunzione dei docenti precari sarà il tema dominante del comparto scuola. Secondo Anief, le immissioni in ruolo dei precari storici, rivendicate da tempo dalla stessa Commissione UE con la direttiva 1999/70/CE, potrebbero quindi entrare a regime con lo svolgimento di anno di formazione. Quindi, non serve più nemmeno organizzare un concorso per soli titoli. E lo stesso andrebbe fatto con il personale Ata, così da coprire altri 40 mila posti vacanti con le graduatorie già pronte, anche queste per titoli, da 24 mesi. Se si vuole superare la supplentite, l’unica cosa da fare è approvare l’emendamento Anief al decreto “Cura Italia”, altrimenti ci aspetta un anno scolastico a dir poco caotico e all’insegna dei ricorsi seriali. Per evitare decrementi all’offerta formativa, sarà fondamentale anche “confermare in toto l’attuale composizione numerica del corpo insegnante”.
Anief chiede, inoltre, intervenendo pure sul testo del Decreto Legge n. 22 sulla Scuola in fase di conversione, di sbloccare tutte le assunzioni dalle graduatorie dei concorsi 2016 e 2018, oltre che le assunzioni sui posti Quota 100 previste dalla L. 159/2019 e un concorso per soli titoli per tutti indirizzato ai precari con almeno 36 mesi di servizio, inclusi i docenti di religione, senza dimenticare di stabilizzare il personale educativo e Ata. Sarebbe opportuno ed equo avviare poi un concorso straordinario aperto anche ai docenti scuole paritarie ai fini dell’accesso ai ruoli e non del solo conseguimento dell’abilitazione, la stabilizzazione degli amministrativi facenti funzione Dsga, la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto e infine l’avvio di un nuovo concorso straordinario per i maestri dell’infanzia e primaria.
Anche per sopperire ai mancati concorsi, il giovane sindacato auspica di valorizzare l’esperienza acquisita e la continuità didattica, con la conferma nei ruoli per chi è stato immesso in ruolo con riserva e lo scioglimento della stessa per chi non è ancora stato immesso nei ruoli, ma anche l’annullamento o il congelamento delle procedure di licenziamento. Per rispondere in modo deciso all’isolamento forzato, derivante dal pericolo contagio del Covid-19, bisogna infine avviare percorsi abilitanti non selettivi in modalità telematica, rivolti pure ai docenti di ruolo “ingabbiati” senza servizio alla secondaria in esecuzione dell’art 472 del D.lgs 297/1994, oltre che organizzare PAS sostegno per i docenti di ruolo su materia e corsi abilitanti per i docenti tecnico-pratici.
Come dicevamo, anche gli altri sindacati rappresentativi si allineano alla proposta presentata dall’Anief. A iniziare alla Uil Scuola, che con un intervento del segretario generale sulla trattativa per gli organici dell’anno scolastico 2019/20 chiede al ministero dell’Istruzione di confermare le classi e i docenti nelle classi, ossia operazioni per cui non ci siano grossi movimenti. “Non bisogna scomporre e comporre classi – afferma Pino Turi –, le famiglie hanno bisogno di un riferimento stabile”. Il segretario chiede quindi “un concorso rapido e veloce per i precari con almeno 36 mesi di servizio, affinché il prossimo anno scolastico tornino nelle classi, ma di ruolo”.
Secondo la segretaria generale dello Snals, serve “il mantenimento degli attuali livelli di organico, senza gli ulteriori tagli prospettati dal Ministero e, poi, non certo meno importante, il passaggio all’organico di diritto di tutti i posti consolidati in organico di fatto. Quest’ultima operazione consentirebbe altresì di dare certezze ai docenti e di limitare, per il futuro, il grave fenomeno del precariato. Altri elementi di negatività sono: il mancato aggiornamento delle graduatorie di istituto, con la conseguente impossibilità per i supplenti di operare una nuova scelta di scuole o, addirittura di province, in base anche alle disponibilità di lavoro che, in questi anni, si è rilevata o alle esigenze personali o familiari. Ciò porterà ad un incremento delle messe a disposizione, con tutte le note conseguenze, che con l’assenza della previsione di un concorso straordinario per titoli porteranno le scuole ad una ingovernabilità senza precedenti dal prossimo settembre”.
Anche secondo il coordinatore della Gilda degli insegnanti, “rinviare il rinnovo delle graduatorie di istituto al prossimo anno provocherà un’esplosione delle Messe a disposizione (MAD), che non sempre garantiscono qualità dell’insegnamento, e negherà a migliaia di precari la possibilità di ottenere un contratto di supplenza. “Senza considerare – sostiene Rino Di Meglio – che appare come un controsenso dare da una parte la possibilità di bandire i concorsi e dall’altra bloccare l’aggiornamento delle graduatorie”.
Pure secondo la Flc-Cgil bisogna “dare il via a una procedura per titoli, l’unica gestibile in questa fase di epidemia, e avviare i docenti con almeno tre anni di servizio e gli specializzati su sostegno alla stabilizzazione. La conferma nel ruolo, con il contratto a tempo indeterminato, potrebbe avvenire dopo la formazione abilitante e, nel caso delle cattedre di sostegno, solo dopo aver acquisito la specializzazione. La procedura che proponiamo – dice la Flc-Cgil – non baipassa la selezione, ma la colloca al termine di un percorso formativo abilitante o di specializzazione nel sostegno strutturato con esami, attività di laboratorio, tirocinio e prova finale per la conferma nel ruolo. Un percorso organico, in grado di incidere sulla preparazione pedagogico-didattica dei docenti coinvolti, grazie alla collaborazione tra scuola e università, in modo più significativo di quanto non possa fare un quiz a risposte multipli”. La Flc-Cgil chiede che vengano poi “avviati percorsi abilitanti a regime, con una fase transitoria senza selezione in ingresso per tutti coloro che hanno 3 anni di servizio nella scuola, i docenti che hanno il servizio misto (scuola statale/privata o IFP) e i docenti di ruolo ingabbiati”.
Infine, anche per la segretaria generale Cisl Scuola, Maddalena Gissi, “immaginare che a settembre si possano avere meno docenti in classe quando ci sarà più che mai bisogno di contenere gli affollamenti, è proprio impossibile e ci siamo detti da subito fortemente contrari a un’ipotesi del genere, trovando su questo il convinto appoggio della Confederazione e di Annamaria Furlan, intervenuta sul governo ai massimi livelli. Bisogna “lavorare perché a settembre le scuole possano ripartire nelle migliori condizioni – conclude la Gissi – dev’essere per tutti l’impegno prioritario. Confermare quanto meno l’attuale livello degli organici è un passo fondamentale nella direzione giusta, quella peraltro più volte indicata dalla stessa ministra Azzolina quando indica nella riduzione del numero di alunni per classe una delle condizioni per la qualità della didattica”.