Assunzione docenti precari, il Partito democratico da che parte sta?
Nell’incandescente dibattito relativo al reclutamento docenti precari, che vede contrapposti principalmente le forze di centro-destra contro il Movimento Cinque Stelle, il partito democratico, terzo grande partito della maggioranza di Governo, non ha in effetti espresso una posizione chiara sul tema. Come la pensa realmente Enrico Letta, fresco nuovo segretario dem?
Se lo chiede anche Rossano Sasso, sottosegretario all’istruzione: “In queste settimane abbiamo assistito a prese di posizione sugli argomenti più svariati da parte del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta: dai diritti civili all’ambiente, dalla legge elettorale alla questione licenziamenti, dai temi etici al calcio. Assolutamente legittimo e opportuno che l’esponente principale di uno dei più importanti partiti italiani esprima il proprio pensiero su quanto accade quotidianamente. Ecco perché stride ancora di più il suo assordante silenzio sul futuro degli insegnanti precari della scuola italiana. Su questo attendiamo fiduciosi una sua parola“.
Il deputato leghista è convinto che Letta abbia “piena consapevolezza di quanto sia delicata e complessa la situazione di centinaia di migliaia di docenti che sono ritenuti all’altezza di insegnare quotidianamente ai nostri figli, ma non di vedersi riconosciuta una sacrosanta dignità lavorativa e umana. Persone che da dieci, quindici o venti anni assicurano il corretto svolgimento delle lezioni e che qualcuno, tra cui esponenti di primo piano del Movimento 5 Stelle, vorrebbe gettare in un angolo come si fa con gli stracci vecchi”.
E fa notare che “nel Pd, per fortuna, le sensibilità sul tema sono differenti“, anche se “è ora di rompere gli indugi e di assumersi la responsabilità di una presa di posizione chiara e netta“.
“Settembre – sottolinea Sasso – è alle porte e non c’è evidentemente margine per coprire le tante cattedre vacanti con le classiche procedure concorsuali. C’è necessità di mettere da parte i furori ideologici e di scegliere la soluzione più corretta, rapida ed efficace: una stabilizzazione per titoli e servizi, con un anno di prova durante il quale svolgere una severa formazione per poi sottoporsi a una valutazione. Su questo Letta da che parte sta?“.
In effetti a prendere una posizione chiara tra le fila del partito democratico è stato solo il senatore Francesco Verducci, che proprio pochi giorni fa ha detto intervenuto ad Orizzonte Scuola Talk: “Il precariato, ormai, mortifica la professionalità degli insegnanti e tutto il sistema scolastico, in generale. Necessaria avere un’immediata stabilizzazione dei precari per titoli e servizi con anno abilitante e prova finale. La valorizzazione del servizio è un tema fondamentale. Guai, però, a mettere contro i laureati contro i precari storici”.
Verducci ha più volte sostenuto la necessità di procedere subito ad un percorso di stabilizzazione dei precari della scuola. Necessità che lo scorso anno, in occasione dell’approvazione del decreto scuola, tentò di imporre senza successo, dato che fu l’unico senatore del partito democratico a votare a favore della norma salva precari, sposando di fatto le posizioni di Lega e Fratelli d’Italia, allora entrambi all’opposizione.
Oggi, un anno dopo, con uno scacchiere politico mutato e una “guerra politica” sul reclutamento divenuta estenuante, il Pd non sembra essersi chiarito le idee: ancora una volta Verducci propone una stabilizzazione per titoli e servizi dei docenti precari. Come la Lega. Come Forza Italia. Come Fratelli d’Italia.