Assunzione docenti, Gissi (Cisl Scuola): “Tornare al doppio canale per stabilizzare i precari e programmare nuovi concorsi” [INTERVISTA]
Secondo Maddalena Gissi, intervistata da Orizzonte Scuola, sulla questione assunzioni bisogna rispolverare il doppio canale del reclutamento, proponendo una graduatoria per titoli e una formazione in servizio per i precari e nel frattempo una programmazione dei concorsi ordinari per i neo laureati. Sul possibile allungamento del calendario scolastico, preferisce attendere il confronto con il premier Draghi, che dovrebbe inserire fra le priorità per la scuola, secondo la sindacalista, un sistema capace di avvicinare maggiormente la scuola con il mondo del lavoro.
Hanno suscitato molto scalpore le parole che il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi avrebbe detto nel corso delle consultazioni dell’8 febbraio a proposito degli interventi sulla scuola presenti nell’agenda di Governo.
Draghi, ha fatto capire che è possibile un prolungamento delle lezioni scolastiche oltre i termini previsti, proprio allo scopo di recuperare gli apprendimenti perduti durante la pandemia.
Il premier ha anche parlato della necessità di assumere i docenti e averli già in classe, tutti, dal primo settembre. Di fatto, si tratta di un progetto ambizioso che però dovrà avere riscontro nei prossimi giorni, quando nascerà il nuovo governo e si nominerà il prossimo Ministro dell’Istruzione.
Ad Orizzonte Scuola interviene la segretaria generale della Cisl Scuola, Maddalena Gissi.
Da ieri pomeriggio circola la notizia secondo la quale Draghi avrebbe detto di intervenire sul calendario scolastico allo scopo di recuperare quanto perduto dagli studenti con la pandemia. Pensa sia andata veramente così?
Non sono convinta che il premier Draghi abbia realmente utilizzato questa espressione, conoscendo questa figura. Ad ogni modo aspettiamo il confronto diretto con Draghi e chiaramente leggeremo con attenzione il programma e le indicazioni che darà all’istruzione, compresa eventualmente questa parte che riguarda il calendario scolastico.
Impazza il totoministri. Secondo lei meglio un uomo di scuola o no?
Prima di tutto vorrei dire che a Viale Trastevere ci dovrebbe essere secondo me una persona di alta autorevolezza sia nei confronti degli altri ministeri e soprattuto nei confronti del MEF. Una figura che deve avere peso quando si tratta di attuare scelte strategiche. Se si guarda al nostro settore, con la specificità della propria esperienza, sarebbe solo una visione unilaterale. Nella scuola non c’è l’io, c’è il noi. Serve una visione di carattere generale. Incaponirsi sul concorso e non sulle assunzioni, ad esempio, ne è una dimostrazione. Serve anche una persona che le regole delle norme le scriva con chiarezza, in modo da evitare le interpretazioni della magistratura.
Il premier incaricato ha toccato anche il tema delle assunzioni dei docenti. Visti i problemi annosi da questo punto di vista, come bisogna procedere secondo lei?
Il presidente Draghi ha centrato il problema dei problemi. Se c’è una volontà politica si può anche venirne a capo. Senza dubbio, per provare ad evitare di sprecare le occasioni di immissioni in ruolo e il solito valzer di supplenze ogni anno, sarebbe la soluzione adottare una graduatoria per soli titoli e una formazione per i primi due anni in servizio. Il problema, infatti, bisogna risolverlo a monte: aumentare i posti in organico di diritto, ad esempio sul sostegno. I prossimi 5 anni a fronte di una denatalità avremo anche un altissimo numero di pensioni. Con la trasformazione dell’organico di fatto con quello di diritto già si possono fare passi avanti. Contemporaneamente si possono programmare concorsi ordinari. Ecco perchè bisogna secondo me riproporre il sistema del doppio canale. Per tornare ad una norma semplice e articolata. Si sceglie la provincia dove potrebbero esserci possibilità, maturando esperienza. Così si potrebbe pensare ad un forte investimento sul precariato. Se oggi sono 220 mila i precari, 75 mila organico covid, abbiamo 300 mila persone. Perchè non formarle durante il servizio?
Draghi punta sulla scuola: “A settembre tutti i docenti in cattedra”
L’ANP propone di far assumere i docenti direttamente ai presidi. Cosa ne pensa?
Non sono d’accordo con le assunzioni fatte direttamente dalle scuole, come proposto dall’ANP. L’elenco delle competenze e dei titoli devono andare insieme ad una paritaria condizione e ci sia una formazione forte in servizio. Le assunzioni in ruolo non sono le MAD. Piuttosto dobbiamo garantire di avere l’organico già il primo di settembre. Dobbiamo semmai metterci nelle condizioni per recuperare il tempo scuola pre-Gelmini. Al presidente Draghi dico questo: andiamo a recuperare quanto tagliato dalla riforma Gelmini.
Quale altro intervento è prioritario, secondo lei per la scuola
Il collegamento della scuola con il mondo del lavoro; può essere opportuna una riflessione sulle infrastrutture sociali con le quali costruire patti nelle aree deprivate. La digitalizzazione va bene ma si coniughi con una formazione umanistica e filosofica in grado di firmare il futuro cittadino. Si potrebbe cominciare dall’essenzializzazione delle discipline; ritengo prioritario, in questo senso, una riflessione di natura pedagogica e didattica.