Assunta in ruolo e licenziata dopo due mesi per un errore: “Avevo anche preso casa e non mi spetta nemmeno una supplenza da GPS”. La storia di Annalisa
“Sono distrutta psicologicamente, non so se vorrò continuare a fare l’insegnante, il lavoro che amo e che ho svolto per 12 anni”: sono le parole di Annalisa, vittima di un errore nella formulazione delle graduatorie del concorso docenti PNRR. “Oggi sono a casa, a pezzi, al mio posto un ragazzo di 26 anni senza esperienza” racconta a Orizzonte Scuola.
“Non sono mai stata disoccupata. Ora mi ritrovo con la Naspi al 75% dello stipendio. Avevo preso casa, visto che avevo un contratto a tempo indeterminato, ma adesso non so come farò” aggiunge la giovane docente.
Annalisa, 39 anni, 12 di precariato come insegnante di lettere A012 (per 9 anni) e A022, partecipa e vince il concorso docenti bandito lo scorso anno. Il 6 settembre l’Ufficio scolastico regionale per la Campania pubblica la graduatoria in cui Annalisa risulta vincitrice, “ero l’ultima tra i riservisti con servizio” spiega. L’11 settembre prende servizio a scuola da docente di ruolo, “a giugno mi sono anche abilitata sulla A022 e a cascata sulla A012, lo scorso anno ho preso la specializzazione sul sostegno” specifica.
Tutto bene fino ai decreti di rettifica dell’USR del 28, 31 ottobre e 4 novembre. La docente non si accorge di nulla, poi viene contattata da un’amica e scopre di non essere più in graduatoria, lei e altre sei. Il licenziamento è immediato.
“Il 6 novembre, io sono in classe, l’Ufficio scolastico manda il decreto di revoca dell’incarico, stavolta personalmente. Sono andata via da scuola in una condizione indescrivibile. Il 7 mattina il Ministero mi manda il licenziamento. Ora chiedo: premesso che il bando non prevedeva lo scorrimento, premesso che l’errore è stato fatto dall’USR, perché non riaprire le nomine da GPS visto che sono stati riaperti i ruoli? Al mio posto è entrato un ragazzo di 26 anni senza esperienza, ora bisogna riaprire anche le GPS, la colpa non è mia, invece sto a casa. Noi licenziate siamo a casa in attesa di supplenze brevi da graduatorie di istituto” dice affranta Annalisa.
“Una convocazione mi è arrivata sul sostegno, non me la sono sentita, per come sto ora psicologicamente mi sembrava un torto accettare. I ragazzi hanno bisogno di una persona forte dal punto di vista emotivo, non certo di me in questo momento. Ma tutto questo è un danno a noi licenziate. Danni su danni: senza lavoro, disoccupazione per 4 mesi, nel frattempo non si matura nemmeno punteggio” evidenzia la docente.
“E poi manca la trasparenza: devo fare un ricorso che costa 3.000 euro, senza sapere. Magari perdo anche i soldi, cosa devo perdere ancora? Non ho uno stipendio da medico” aggiunge ancora.
“Amo profondamente la scuola, ma se mi devo ammalare non continuo. Per questo al momento credo di non partecipare al prossimo concorso. Non serve l’esperienza, a quanto pare, posso essere superata da chi ha il servizio civile o ha comprato un titolo. Vorrei che la mia storia arrivasse a Valditara” conclude.