Associazione dei Genitori chiede test psico-attitudinali per l’accesso ai percorsi di formazione per diventare docente
red – L’Associazione Italiana Genitori è stata ascoltata alla VII Commissione della Camera dei Deputati circa il decreto sulla formazione iniziale dei docenti. Test psico attitudinali per valutare e verificare le capacità attitudinali e motivazionali del docente, il suo equilibrio psico-fisico, le sue potenzialità, anche ai fini selettivi di una non idoneità iniziale ed in itinere e un maggiore e diretto coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nella gestione dei tirocini formativi tra le proposte avanzate.
red – L’Associazione Italiana Genitori è stata ascoltata alla VII Commissione della Camera dei Deputati circa il decreto sulla formazione iniziale dei docenti. Test psico attitudinali per valutare e verificare le capacità attitudinali e motivazionali del docente, il suo equilibrio psico-fisico, le sue potenzialità, anche ai fini selettivi di una non idoneità iniziale ed in itinere e un maggiore e diretto coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nella gestione dei tirocini formativi tra le proposte avanzate.
Schema di decreto sulla formazione iniziale degli insegnanti
Intervento Associazione Italiana Genitori
A.Ge. onlus
Giovedì 20 maggio 2010
"Intervenendo in questa sede parlamentare, ringrazio per l’invito, che mi pare confermi una consuetudine di dialogo aperta fra le associazioni e questa Commissione.
Lo Schema di Decreto sottoposto all’attenzione della Commissione, per l’argomento che è proprio di associazioni professionali e sindacali, parrebbe incrociare solo incidentalmente i temi usualmente sostenuti da un’associazione di genitori.
In realtà, incontra direttamente una costante e motivata domanda delle famiglie: più di tutti i moduli organizzativi, più di ogni sottolineatura contenutistica, ai genitori ed agli studenti sta particolarmente a cuore la qualità dell’insegnamento e degli insegnanti.
Inoltre, ed è il secondo criterio interpretativo del nostro breve intervento, riteniamo che oggi, di fronte alla complessità del sistema scolastico italiano e al susseguirsi di norme che via via ne hanno modificato parzialmente alcuni aspetti, sia necessario che la problematica dei docenti venga analizzata e normata in un quadro complessivo che preveda criteri ed obblighi relativi a
formazione iniziale
immissione in servizio (affrontando e risolvendo l’annosa questione del precariato)
formazione in itinere (non escludendo strumenti di flessibilità quali l’anno sabbatico, presente in altri paesi europei)
sviluppi di carriera ed incentivo economico non solo per automatismo (anzianità), ma per successivi gradi di valutazione dell’insegnante (su titoli conseguiti in seguito ed eccellenza didattica e relazionale dimostrata)
valutazione complessiva del sistema, delle scuole e degli insegnanti, temi sui quali il consenso nel Paese e nella scuola stessa sta crescendo, poiché non può che essere il riconoscimento delle buone esperienze già presenti, spesso offuscate da minoritarie manchevolezze o incompetenze.
Desideriamo, in questa sede, chiosare, chiedendo ulteriori approfondimenti nell’articolato finale, l’articolo 2 dello Schema, che stabilisce gli obiettivi della formazione.
Le competenze richieste sarebbero, secondo l’articolo 2, di tipo disciplinare, psico-pedagogico, metodologico-didattico, organizzativo e relazionale.
Non possiamo che concordare, sottolineando che, oltre al necessario possesso di competenze disciplinari, al docente è sempre più chiesto di lavorare in modo cooperativo, di avere conoscenze avanzate nella pedagogia e nella psicologia (psicologia sociale e psicologia dell’età evolutiva), di essere capace di gestire la complessità e l’usura della quotidianità, spesso ripetuta.
Da ciò l’opportunità, a nostro parere, di valutare, per l’accesso ai percorsi di formazione dei docenti, competenze relazionali (da implementare nel percorso formativo), anche attraverso test psico-attitudinali.
Valutare e verificare le capacità attitudinali e motivazionali del docente, il suo equilibrio psico-fisico, le sue potenzialità, anche ai fini selettivi di una non idoneità iniziale ed in itinere non è che un atto di giustizia, dovuto prima di tutto agli studenti, ma anche al docente stesso, che potrebbe, ad inizio carriera, riorientare il proprio percorso.
La complessità del nostro tempo induce senza dubbio il fatto che l’insegnante debba avere una forte motivazione al proprio lavoro, che è di tipo educativo. Pensiamo, infine, a quale sforzo, anche economico, la comunità debba sostenere per accompagnare o curare i docenti inadatti al loro ruolo, caduti in burn out, patologia che richiede assistenza medico-psicologica, ma spesso non riconosciuta.
Ci permettiamo, inoltre, di segnalare che già anni fa l’E.P.A. (Associazione europea delle Associazioni di Genitori) aveva elaborato moduli formativi, anche finalizzati alla formazione iniziale dei docenti, relativi alla partnership fra insegnanti e genitori1: circa gli insegnanti, la sperimentazione concludeva che “per la loro professione i docenti hanno la responsabilità primaria di creare le condizioni per la realizzazione di una reale ed efficace partnership tra scuola e genitori, come risposta del servizio scolastico alle esigenze di crescita e di sviluppo delle nuove generazioni. La competenza relazionale, pertanto, non può essere lasciata, alla stregua di un qualsiasi optional, alla libera scelta di ciascun insegnante, ma va introdotta nel piano della formazione iniziale e in servizio dei docenti” (p. 88).
È da notare che la formazione di docenti capaci di partnership richiede disponibilità nei docenti, poiché mette in discussione modelli, superati ma ancora persistenti, basati sullo status sociale: in un rapporto di partnership, infatti, vengono messi in discussione i tradizionali rapporti di potere.
A seguito di ciò, parrebbe opportuno nel Regolamento oggi in esame citare esplicitamente fra le competenze richieste al docente la gestione e l’attuazione del Patto di Corresponsabilità Educativa fra Scuola e Genitori, introdotto nella scuola italiana modificando lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, con D.P.R. 21 novembre 2007, n. 235 pubblicato in Gazzetta Ufficiale 18 dicembre 2007, n. 293.
Condividendo particolarmente alcuni passaggi dello Schema, quali la ineludibile necessità di competenze nella lingua inglese e nell’informatica, ma anche la previsione di percorsi specialistici sia per i docenti della scuola primaria che della secondaria (è ancora da superare una vetusta concezione piramidale della docenza, per orientare, auspicabilmente, all’introduzione della “docenza unica”, con “reversibilità” degli insegnanti fra i diversi gradi scolastici), poniamo all’attenzione della Commissione la necessità di un maggiore e diretto coinvolgimento delle istituzioni scolastiche nella gestione dei tirocini formativi.
Gli articoli relativi al Tirocinio (nn. 10 e 11 in particolare), infatti, paiono eccessivamente prescrittivi su alcuni aspetti quali la composizione del consiglio del corso di tirocinio o la composizione delle commissioni d’esame, mentre, nel rispetto dell’autonomia delle Università e delle Istituzioni Scolastiche, dovrebbero in modo più deciso valorizzare il ruolo della scuola “militante”, e di insegnanti esperti, così che la conoscenza delle discipline divenga davvero competenza in “discipline insegnabili”.
Con un nuovo appello alla necessità di coordinare tutto il quadro complessivo della docenza, così come il dibattito in Commissione potrà e saprà certamente fare, ringrazio la Presidente e gli Onorevoli Commissari per l’opportunità offertaci e per l’attenzione."
Altre proposte di emendamento sono state presentate dall’Associazione DIESSE e da DiSAL (Dirigenti Scuole Autonome e Libere).