Assegno unico, dal 2024 contributi più alti: da 57 a 199 euro. Ecco le cifre

Nel 2024, l’assegno unico per i figli subirà un incremento. Questo aiuto, secondo l’ultimo osservatorio Inps, ha già raggiunto 5,59 milioni di famiglie, beneficiando 8,89 milioni di figli, per un totale di 13,4 miliardi di euro nei primi nove mesi.
Il Dlgs 230/2021 prevede che l’ammontare destinato ai genitori sia aggiornato annualmente in base all’inflazione.
Attualmente, l’assegno unico varia da una quota minima di circa 54 euro a una massima di 189,20 euro mensili per figlio. Per i figli minori di un anno e famiglie con tre o più figli, c’è un aumento del 50%, portando l’assegno a un massimo di 262,5 euro al mese.
A causa dell’inflazione del 2023, si prevede un ulteriore aumento degli importi. Lo scorso gennaio, l’aumento è stato dell’8,1%, riflettendo l’aumento dei prezzi al consumo del 2022. Il tasso di rivalutazione per il 2024 non è ancora stato annunciato, ma si stima che sarà simile a quello utilizzato per la perequazione delle pensioni, fissato al +5,4%.
È possibile prevedere l’aumento dei valori dell’assegno unico. La quota base, che già oggi copre il 47% dei beneficiari, scatterà sotto la soglia Isee di 17.090,61 euro, aumentando il contributo massimo a circa 199,4 euro per figlio. La quota minima, invece, sarà applicabile per un Isee superiore a 45.575 euro, portando il contributo a circa 57,2 euro per figlio.
Anche le maggiorazioni, come quella per il secondo percettore, saranno adeguatamente aumentate.
L’assegno universale sui figli, la misura in sintesi
L’assegno unico universale per i figli verrà erogato dall’Inps dietro domanda da parte degli interessati. Si tratta di quelle famiglie con figli fino a 21 anni di età a carico dei genitori. L’assegno universale per i figli è la misura che andrà a prendere il posto delle detrazioni per carichi di famiglia riferite ai figli, degli assegni per il nucleo familiare, dei bonus per i figli (Bonus Bebè, Bonus Mamma Domani). Per detrazioni e assegni resteranno solo quelli riferiti al coniuge o ad altri familiari a carico.
Dal punto di vista degli importi questi cambiano in base all’Isee. Infatti per poter richiedere l’assegno universale, a meno che non si tratti di figli disabili, occorre avere un Isee in corso di validità.
Per l’Isee occorre presentare la DSU tramite patronato o con le proprie credenziali di accesso ai servizi telematici dell’Inps, quindi tramite Spid (Sistema pubblico di identità digitale), tramite Cie (Carta di identità elettronica) o tramite Cns (Carta nazionale dei servizi).
Stessi strumenti anche per la domanda di assegno universale per i figli. Va ricordato che gli assegni durano 12 mesi e vanno richiesti ogni anno.
L’assegno comunque decorre dal mese successivo a quello di presentazione della domanda, sempre che l’istanza venga accettata. Devono essere i genitori (o uno di loro) o chi esercita la responsabilità genitoriale per i figli minorenni, a produrre richiesta all’Inps.
La particolarità di questo nuovo strumento è che possono richiederlo direttamente anche i figli, ma sempre quelli maggiorenni che possono anche domandare all’Inps la corresponsione diretta a loro nome della parte di assegno spettante.