Asilo nido, i bimbi che lo frequentano provengono da famiglie più istruite e ricche. INDAGINE Istat
Il report dell’ISTAT sui servizi per la prima infanzia evidenzia una realtà preoccupante: persistono forti squilibri nel profilo socio-economico delle famiglie che accedono ai nidi.
I dati mostrano che i bambini che frequentano i nidi provengono più spesso da famiglie con genitori occupati, con livelli di istruzione superiori e redditi più elevati rispetto a quelli che non ne usufruiscono.
Un elemento cruciale è l’accessibilità economica dei nidi. Le elevate rette, nonostante i contributi statali e regionali, rimangono un ostacolo significativo per molte famiglie. La scarsità di posti aggiunge ulteriori barriere, limitando l’accesso a queste importanti strutture educative.
Il report evidenzia una discrepanza nel reddito medio equivalente tra le famiglie che utilizzano i nidi (19.800 euro) e quelle che non lo fanno (16.100 euro). Il rischio di povertà emerge come un fattore limitante nell’uso dei nidi, con solo il 17,9% dei bambini a rischio di povertà iscritti, contro il 27,5% dei coetanei in situazioni economiche migliori.
I criteri di accesso al nido pubblico favoriscono le famiglie con entrambi i genitori lavoratori, escludendo spesso quelle monoreddito, meno abbienti. Inoltre, la condizione lavorativa della madre è un fattore discriminante: i bambini con madri lavoratrici frequentano i nidi nel 34,2% dei casi, a fronte del 12,9% quando la madre non lavora.
Un più alto livello di istruzione dei genitori si traduce in maggiori opportunità di accesso per i bambini: la frequenza nei nidi sale al 36,9% nelle famiglie con almeno un genitore laureato, contro il 16% in quelle con un massimo diploma di scuola secondaria.