Asili nido aperti con il PNRR al Sud, ma adesso “mancano i soldi per gestirli a causa dei tagli”. Protestano i sindaci, l’opposizione e sindacati

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I sindaci italiani esprimono forti preoccupazioni riguardo alla sostenibilità dei nuovi asili nido finanziati con i fondi del PNRR. La possibilità di un taglio ai finanziamenti per la gestione delle strutture mette a rischio l’obiettivo stabilito nella Legge di Bilancio 2022, che prevede di garantire una copertura del 33% entro il 2027. La questione solleva proteste, in particolare da parte delle amministrazioni del Sud Italia, che temono un ulteriore svantaggio per i bambini e le famiglie meridionali.

Diminuzione della copertura e impatto sugli obiettivi nazionali

Il Piano strutturale e di bilancio 2025-2029, secondo i sindaci, abbasserebbe la copertura degli asili nido a un 15% a livello regionale, una riduzione che comprometterebbe la possibilità di raggiungere l’obiettivo nazionale del 33%. Secondo la tabella A VI.4 del PSB, per i “servizi di cura per la prima infanzia” sarebbe infatti sufficiente garantire posti per il 15% dei bambini sotto i tre anni a livello regionale. Tale cambiamento potrebbe impattare circa tre quarti degli asili finanziati dal PNRR, riducendo l’efficacia del piano di espansione dei servizi educativi.

La voce dei sindaci e delle associazioni

Giovanna Bruno, vicepresidente di Ali e sindaca di Andria, ha sottolineato che il taglio proposto rappresenta un arretramento rispetto agli impegni precedentemente assunti per rimuovere le disuguaglianze territoriali e garantire un Livello Essenziale di Prestazione per l’accesso ai servizi per l’infanzia. Anche l’associazione Rete EducAzioni ha criticato la scelta, evidenziando come questa riduzione comprometterebbe l’obiettivo europeo di copertura e penalizzerebbe le aree già carenti di servizi, soprattutto nel Mezzogiorno.

Il dibattito politico e le domande sul futuro dei fondi

Da parte politica, Irene Manzi, responsabile Scuola del Partito Democratico, ha espresso preoccupazione per l’assenza di risposte da parte del governo Meloni, evidenziando come la revisione dell’obiettivo al ribasso sia un segno di risparmio sui servizi educativi. Anche la parlamentare Simona Malpezzi ha chiesto chiarimenti sull’allocazione dei fondi previsti dalla legge di bilancio del governo Draghi, che destinava finanziamenti crescenti agli asili nido dal 2022 al 2027. Il dimezzamento della copertura solleva quindi dubbi sul destino dei fondi inizialmente stanziati.

Le richieste sindacali per un piano di assunzioni e la prospettiva europea

Il sindacato Fp Cgil ha lanciato un appello per evitare il definanziamento dei servizi educativi e sollecita un piano straordinario di assunzioni. L’obiettivo auspicato dal sindacato è quello di raggiungere il 45% di copertura dei servizi per l’infanzia entro il 2030, allineandosi ai target europei e rispondendo alla crescente domanda di servizi per i bambini e le famiglie in tutta Italia.

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