Arriva il “docente esperto”: guadagnerà 5.650 euro in più. Pacifico (Anief): “Norma incostituzionale, pronti alla mobilitazione”

Una revisione delle norme sulla formazione continua degli insegnanti, appena introdotte con la riforma legata al Pnrr, e la nascita della figura del “docente esperto” che guadagnerà 5.650 euro in più sotto forma “assegno annuale ad personam“.
I prof “esperti” non potranno essere più di 8mila (si parte dall’anno scolastico 2032-33) e saranno selezionati tra i docenti di ruolo che “abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili”. Prevista una “una tantum” accessoria da stabilire con i contratti tra il “10 e il 20%” per chi completa un percorso triennale.
Pacifico (Anief): “Così non va, chiediamo che norma venga stralciata dal decreto”
“Il decreto legge aiuti bis con i 14 miliardi di extra entrate fiscali previste avrebbe dovuto dare ristoro per rispondere ad alcune emergenze per l’inizio delle lezioni a settembre, dalla ventilazione delle aule alla conferma dell’organico Covid soltanto per soffermarsi ai dati dell’attuale emergenza sanitaria. Già emergenze perché questo era ed è il perimetro entro cui un Governo senza la fiducia durante la campagna elettorale si può muovere”. Così il presidente di Anief, Marcello Pacifico.
E ancora: “Nella bozza di testo licenziata dal Consiglio dei Ministri non c’è un euro per la scuola ma soltanto una modifica, peraltro non urgente, dal 2032, della riforma del PNRR relativa alla formazione incentivata che porterà all’erogazione del famoso assegno una tantum (dal 10 al 20% del salario medio), di 5.650 euro a un insegnante individuato come esperto per ogni scuola, con criteri definiti con semplice decreto ministeriale se entro un anno non viene emanato un regolamento e nelle more che la norma sia recepita nel contratto”.
“Di qui il merito di incostituzionalità palese della norma per non parlare del merito dei contenuti, l’introduzione di uno stato giuridico che a dispetto di tutte le altre figure professionali (i vicari ad esempio), introduce una carriera tra gli insegnanti senza dibattito con i rappresentati dei lavoratori e modificando surrettiziamente una legge modificata con il pieno sostegno del Parlamento e legata ai finanziamenti comunitari. Si ricorda peraltro che in passato la modifica dello stato giuridico (che almeno era organica) introdotta con la legge 53/2003, fu abrogata nella legislatura successiva (XV). Tutto ciò è irricevibile, porterà alla mobilitazione del personale in autunno e alla chiusura di plessi, classi e istituti dopo la verifica dello stato di sicurezza degli edifici da parte delle RSU”.
Infine: “Nel decreto aiuti bis ci saremmo aspettati di avere risorse aggiuntive per firmare il contratto per 1.450.000 lavoratori del comparto istruzione e ricerca dopo 8 incontri in Aran, rispetto ai 100 euro stanziati (4,22% su una inflazione schizzata al 9%), non una rimodulazione delle risorse da dare a 8 mila insegnanti esperti fra 10 anni. Se questa è la bozza del decreto legge, #Anief chiede che sia stralciata e sostituita con norme che diano un effettivo sostegno al lavoro svolto da chi ogni giorno garantisce il diritto costituzionale all’istruzione dei nostri figli, i figli degli italiani. In caso contrario oltre a scioperi, denunce faremo ricorsi in Italia e in Europa per rispettare la salute, la dignità e la libertà dei nostri insegnanti, forse non esperti ma non fessi”.