Arresto in flagranza per chi aggredisce i professori. Feltri: “Finalmente si ripristina l’autorità, la scuola non è una zona di guerra. Un insegnante non deve uscire di casa con elmetto”

Vittorio Feltri su Il Giornale difende a spada tratta il disegno di legge proposto del Ministro Valditara, che introduce l’arresto obbligatorio in caso di aggressioni fisiche a insegnanti e presidi da parte di genitori.
Le pene saranno inasprite in base alla gravità delle lesioni, con un massimo di cinque anni di reclusione. “Non è esagerato, anzi, era ora”, scrive Feltri, sottolineando che la scuola deve tornare a essere un luogo sicuro, dove i docenti non siano costretti a temere per la propria incolumità.
Il rispetto perduto e la necessità di un cambiamento
“Una volta, il professore era una figura rispettata”, ricorda Feltri. Oggi, invece, genitori violenti aggrediscono gli insegnanti, mentre gli studenti, invece di accettare le regole, spesso trovano complicità in famiglie pronte a giustificarli. “Se un ragazzo veniva rimproverato, non correva a casa a piangere per poi scatenare la rabbia dei genitori”. La proposta di legge punta a ripristinare l’autorità perduta, educando non solo gli alunni, ma anche gli adulti che dovrebbero dare l’esempio.
La scuola come luogo di civiltà, non di violenza
Feltri conclude con un appello: “La famiglia deve insegnare il rispetto, ma se i genitori sono i primi a comportarsi da criminali, serve una legge che li fermi”. L’obiettivo è chiaro: proteggere chi educa e restituire alla scuola il suo ruolo di luogo di crescita civile, non di scontri e intimidazioni. “Ben venga un provvedimento che metta un freno a questa deriva”, chiosa. “Nessun docente dovrebbe andare a scuola con la paura di essere aggredito”.
Arresto in flagranza di reato per chi aggredisce docenti e presidi
Il nuovo disegno di legge prevede l’arresto obbligatorio in flagranza di reato per chi provoca lesioni personali a docenti e dirigenti scolastici.
La misura, che non riguarda i minori e si applica esclusivamente alle aggressioni fisiche – restano escluse le offese verbali – modifica l’articolo 380 del codice di procedura penale, equiparando alla flagranza anche la quasi-flagranza, come stabilito dalla giurisprudenza della Cassazione. Contestualmente, viene modificato anche l’articolo 583 quater del codice penale, con un inasprimento delle pene: per le lesioni lievi, la reclusione passa dall’attuale minimo di sei mesi e massimo di tre anni a un intervallo compreso tra due e cinque anni.
Negli ultimi anni, si è registrato un aumento significativo delle aggressioni, in particolare da parte dei genitori nei confronti di insegnanti e dirigenti. Se nel 2022-23 la maggioranza degli episodi vedeva protagonisti gli studenti, dal 2023-24 la tendenza si è invertita e nel 2024-25 sono soprattutto i genitori a compiere atti di violenza.
In conferenza stampa, Valditara ha citato alcuni casi emblematici: a Roma, una docente è stata perseguitata e poi aggredita a bastonate dai genitori di un alunno; in Calabria, un insegnante è stato colpito con pugni da un genitore insoddisfatto delle valutazioni, finendo in ospedale con prognosi riservata; in Emilia-Romagna, un docente è stato ripetutamente preso a pugni e calci dal padre di uno studente, riportando lesioni con prognosi di 15 giorni.
“Un insegnante, un dirigente scolastico non si toccano, un educatore che lavora per i nostri figli non si tocca”, ha ribadito il Ministro, sottolineando la necessità di tutelare una funzione così delicata e fondamentale per la società. L’obiettivo della norma è garantire un clima di serenità nelle scuole, proteggendo chi ogni giorno si dedica all’educazione delle nuove generazioni.
Si precisa, infine, che l’arresto in flagranza non si applica agli studenti minorenni, che restano esclusi da questa disciplina.