Arresto cardiaco a scuola, cosa fare? L’emergenza, l’urgenza e la messa in atto di tutte le procedure

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Come accennato in un precedente articolo dedicato al Primo Soccorso nel caso della scuola italiana è proprio l’art. 1, comma 10, della legge n. 107 del 2015 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” che dispone categoricamente che “nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado siano realizzate, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle tecniche di primo soccorso, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche in collaborazione con il servizio di emergenza territoriale «118» del Servizio sanitario nazionale e con il contributo delle realtà del territorio”.

Il dettato normativo e la capacità dello studente di concorrere attivamente, in caso di emergenza/urgenza, alla messa in atto di tutte le procedure

La puntualizzazione del dettato normativo in relazione alla formazione sulle “tecniche” di primo soccorso, come si legge nell’opuscolo “Percorsi formativi destinati per le studentesse e gli studenti”, realizzato dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Salute, “induce a considerare tra gli obiettivi dell’azione formativa la capacità dello studente, al termine del ciclo di studi secondario di secondo grado, di concorrere attivamente, in caso di emergenza/urgenza, alla messa in atto di tutte le procedure che possono essere eseguibili dal cittadino. In considerazione della finalità perseguita, ossia il salvare vite umane, diventa di fondamentale importanza assicurare un elevato livello qualitativo della formazione tramite un percorso teorico-pratico, nella cui impostazione siano riportate le metodologie operative in uso nell’assistenza pre-ospedaliera, basate su evidenze scientifiche internazionalmente riconosciute. Il dettato normativo dispone che l’attività formativa sia da destinare agli studenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado; tuttavia, con l’opportunità determinatasi dall’innovazione legislativa e con la disponibilità e l’interesse manifestati dai soggetti erogatori della formazione, il MIUR ha ritenuto di poter cogliere l’occasione per estendere l’accesso alle iniziative di formazione anche agli alunni della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. Le iniziative formative destinate a questi gradi di istruzione hanno l’obiettivo di fornire ai bambini, fin dall’età scolare, la capacità di assumere adeguati comportamenti per garantire la propria e altrui sicurezza, con l’intento di essere in grado di individuare situazioni di pericolo e le circostanze che necessitano dell’immediato intervento di soccorso”.

Il Rotary del Distretto 2110, la formazione degli studenti, il BLSD e l’intervista ai dottori Goffredo Vaccaro e Maurilio Carpinteri: in allegato l’opuscolo dei ministeri dell’Istruzione e della Salute

La formazione di primo soccorso, nel caso dei tanti interventi che sono garantiti e attuati dal Distretto 2110 del Rotary International che qui proponiamo come eccellente pratica da imitare e da esportare anche nelle altre realtà italiane, viene rivolta, per quello che a noi interessa come quotidiano destinato al mondo della scuola, a tutti gli studenti e ai docenti e al personale ATA della: a) Scuola dell’infanzia b) Scuola primaria c) Scuola secondaria di primo grado d) Scuola secondaria di secondo grado. In questo secondo articolo saremo, ancora una volta, accompagnati da due ospiti d’eccezione, il dott. Goffredo Vaccaro Presidente Onorario della Commissione BLSD, oltreché DGE del Distretto 2110 del Rotary International, e il dott. Maurilio Carpinteri attuale Presidente della Commissione BLSD del Distretto 2110 Sicilia e Malta del Rotary International e già direttore del reparto di Anestesia e rianimazione del PO di Siracusa.

Dottore Carpinteri, il parlamento europeo ci ricorda “a diffondere capillarmente sul territorio i defibrillatori semiautomatici”, perché?

«È improbabile che l’emergenza sanitaria possa raggiungere il paziente in arresto cardiaco ed iniziare le manovre di rianimazione entro i 3 – 5 minuti che seguono l’arresto cardiaco. Sono proprio quei primi 3-5 minuti che condizionano spesso l’esito di un arresto cardiaco. Recependo una dichiarazione formale del parlamento europeo che incoraggiava gli stati membri ad addestrare la popolazione all’esecuzione di manovre di rianimazione efficace e a diffondere capillarmente sul territorio i defibrillatori semiautomatici Goffredo Vaccaro e con lui la Commissione BLSD del Rotary ha ritenuto di perseguire un obiettivo di salute non solo attraverso azioni di promozione, informazione e sostegno economico ma attraverso un’azione di formazione delle persone del proprio territorio in modo da creare conoscenza e competenza in tema di rianimazione cardiopolmonare».

Dottore Vaccaro quale è , dunque, l’obiettivo?

«L’obiettivo diventa quindi addestrare il più grande numero di persone a conoscere ed eseguire correttamente le manovre di rianimazione cardiopolmonari recuperando e utilizzando al meglio il tempo preziosissimo di attesa dei soccorsi organizzati. Un obiettivo che serve a salvare vite grazie a competenza, formazione e capillarità di azione; basti pensare che il 37% degli arresti cardiaci recuperati lo sono stati grazie all’attività di soccorritori laici e che la probabilità di non riportare sequele neurologiche gravi dopo un arresto cardiaco gestito immediatamente da un soccorritore laico sono tre volte superiori rispetto ad un soccorso prestato esclusivamente dal servizio di emergenza sanitaria pubblico».

Quanto è importante secondo, lei dottore Maurilio Carpinteri, la formazione dei giovani al Primo Soccorso?

«I giovani sono l’obiettivo principale e privilegiato dei corsi di Rotary BLSD. Oltre un terzo delle certificazioni rilasciate a persone della fascia 16-30 anni. Sono quelli che hanno più di tutti l’entusiasmo e la voglia di imparare. Sono sicuramente i più bravi. Sono quelli che hanno più di tutti la consapevolezza, del fatto che saper fare e saper fare bene le manovre salvavita dà una specie di “potere” da mettere a disposizioni della comunità per la salvaguardia della vita. Formare un giovane vuol dire offrire un valore aggiunto al corso in termini di qualità e durata. Il BLSD dovrebbe diventare una competenza trasversale di tutti i giovani; si dovrebbe utilizzare la nuova articolazione dell’insegnamento di educazione civica degli istituti superiori come opportunità per offrire questa competenza a tutti gli studenti delle scuole superiori e proprio con questa idea il Rotary ha attivi alcuni piccoli progetti pilota».

Secondo lei, a che punto è il nostro paese come percentuale di operatori laici BLSD nella popolazione e di copertura del DAE? C’è ancora molto lavoro da fare dottore Maurilio Carpinteri?

«Purtroppo, non sono disponibili dati aggiornati ed affidabili poiché non tutte le centrali rendono disponibili i propri dati e non tutte le centrali raccolgono i dati in modo omogeneo. E’ chiaro che sono molte le persone addestrate ma non tante e soprattutto non sono troppe. E’ quindi necessario ancora insistere e diffondere questa la cultura del BLSD. Per i defibrillatori è praticamente la stessa cosa. Ce ne sono, li vediamo in giro ma la maggior parte a dispetto delle indicazioni di legge non sono censiti per cui se guardiamo alcune mappe disponibili on line il numero di defibrillatori è veramente piccolo rispetto al numero di defibrillatori realmente esistenti. Un discorso a parte è quello del controllo dell’efficienza. Vengono spesso donati ad Enti a Istituzioni e, magari, spesso abbandonati. Sono apparecchiature che hanno necessità di controlli, di manutenzione e, in qualche modo, di essere protette da persone e intemperie. Hanno anche parti che devono essere con periodicità sostituite e questo in molti casi non viene fatto con il risultato di avere uno strumento salvavita a disposizione non in grado di fare il proprio lavoro nel momento in cui viene chiamato a farlo».

Serve solo la formazione dottore Maurilio Carpinteri? Come ha contribuito il Distretto 2110 alla cardio-protezione del territorio e delle comunità?

«I Rotary Club del nostro Distretto (2110), oltre a sostenere il progetto e l’attività della Commissione BLSD, hanno, nel tempo, donato oltre 300 DAE alle Scuole e ad altre Istituzioni pubbliche e molti di essi sono anche mappati e facilmente reperibili in caso di necessità, come ad esempio nel territorio della città di Marsala. Se guardiamo la regione Lombardia dove è stato fatto un puntuale lavoro di censimento i defibrillatori di pubblico accesso attualmente dichiarati sono altre 12.000 circa uno ogni 850 abitanti. È un dato di eccellenza che i lombardi stessi desiderano ancora migliorare per cui, per rispondere alla domanda, sì, c’è ancora molto lavoro da fare».

“Percorsi formativi destinati per le studentesse e gli studenti” del Ministero dell’Istruzione e del Ministero della Salute

L’opuscolo “Percorsi formativi destinati per le studentesse e gli studenti”, realizzato dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero della Salute contiene interessanti interventi formativi per studenti di ogni ordine e grado. Propone:

  • Le quattro competenze fondamentali di primo soccorso
  • Razionale scientifico del massaggio cardiaco
  • Razionale scientifico della defibrillazione precoce
  • Razionale scientifico delle manovre di disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo
  • Razionale scientifico delle manovre di emergenza nel trauma
  • I soggetti destinatari della formazione: Scuola dell’infanzia; Scuola primaria; Scuola secondaria di primo grado; Scuola secondaria di secondo grado; Studenti con bisogni educativi speciali
  • L’organizzazione dell’attività didattica
  • I supporti per la formazione.

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