Aprire l’accesso a Medicina? Per Lopalco si rischia un flop: “Peggiore qualità e disoccupazione”

Mentre migliaia di aspiranti camici bianchi affrontano la seconda prova d’accesso a Medicina, il dibattito sulla riforma dell’ammissione infiamma il mondo accademico.
Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e docente di Igiene all’Università del Salento, si schiera contro l’abolizione del numero chiuso, paventando conseguenze negative sia sulla qualità della formazione che sul futuro occupazionale dei medici.
“Il problema non è il numero di laureati, che in Italia è in linea con la media europea”, precisa Lopalco all’Adnkronos Salute. “La carenza riguarda solo alcune specializzazioni, come l’urgenza, l’anestesia e la medicina generale, che i neolaureati tendono a evitare”. Il nodo da sciogliere, secondo l’esperto, non è quindi l’accesso alla facoltà, bensì l’attrattività di queste specializzazioni, alle quali si accede tramite concorsi spesso deserti.
Lopalco critica aspramente la proposta di legge, già approvata in commissione al Senato, che prevede l’iscrizione libera a un semestre propedeutico per tutte le facoltà biomediche. “Aprire le maglie dell’accesso a Medicina porterà a un immediato scadimento della qualità dell’insegnamento e, nel prossimo futuro, a un problema di disoccupazione o sotto-occupazione dei neolaureati”, avverte l’epidemiologo.
L’allarme lanciato da Lopalco invita a una riflessione più approfondita sulla riforma dell’accesso a Medicina. Se da un lato l’abolizione del numero chiuso potrebbe apparire come una soluzione per colmare la carenza di medici, dall’altro lato è necessario valutare attentamente le possibili conseguenze negative sulla qualità della formazione e sul futuro professionale dei giovani medici.