Approvato emendamento PD: 20 milioni per l’edilizia scolastica, ma resta il nodo della programmazione

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L’approvazione unanime dell’emendamento, a prima firma Simona Bonafè, al decreto legge sulla Pubblica Amministrazione, che prevede un finanziamento di 20 milioni di euro destinati all’edilizia scolastica, ha ricevuto un’accoglienza positiva da parte dei rappresentanti del Partito Democratico.

I deputati Bonafè, Andrea Casu e Arturo Scotto hanno sottolineato come la misura rappresenti un primo intervento concreto in risposta alle esigenze degli enti locali. “Investire sulle scuole significa valorizzare i luoghi dove si costruisce il sapere e dove si promuove la socialità, soprattutto nei piccoli comuni” – hanno dichiarato.

L’esigenza di una strategia di lungo termine

Nonostante il consenso ottenuto in sede parlamentare, i promotori dell’emendamento evidenziano la necessità di un piano organico per affrontare le condizioni strutturali degli edifici scolastici. La proposta del Partito Democratico mira a sollecitare un approccio sistemico, basato su:

  • programmazione pluriennale;
  • finanziamenti stabili;
  • confronto istituzionale continuo.

Secondo quanto riportato nella nota, l’obiettivo resta quello di garantire ambienti scolastici sicuri e adeguati per studentesse e studenti.

Critiche al Governo: gestione rallentata del decreto

Nello stesso comunicato, i deputati Bonafè e Scotto, in qualità di capigruppo nelle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali della Camera, hanno espresso preoccupazione per lo stallo legislativo che interessa il decreto in discussione.

A oltre un mese dall’avvio dell’iter, il testo risulta ancora fermo all’articolo 5. L’incapacità dell’esecutivo di esprimere pareri sugli emendamenti accantonati viene interpretata come segnale di una gestione inefficiente e di una tracotanza istituzionale da parte della maggioranza.

Il richiamo al rispetto delle prerogative parlamentari

Nel comunicato, viene evidenziato come l’intervento del ministro Zangrillo abbia confermato le difficoltà operative del Governo, che – secondo i firmatari – ostacola sistematicamente il confronto parlamentare. I deputati hanno dichiarato l’intenzione di proseguire i lavori in Commissione a oltranza, per evitare che vengano svuotate le funzioni proprie del Parlamento.

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