Appello di Italia dei Valori al personale della scuola per fermare l’imminente approvazione ddl Aprea
Prof.ssa Letizia Bosco, Prof.ssa Ilaria Persi* – Lo Stato italiano, ormai da anni, sta tentando di liberarsi dall’onere di finanziare la scuola pubblica: la legge sull’autonomia scolastica (59/97) ha indubbiamente rappresentato un passo fondamentale in questa deprecabile direzione.
Prof.ssa Letizia Bosco, Prof.ssa Ilaria Persi* – Lo Stato italiano, ormai da anni, sta tentando di liberarsi dall’onere di finanziare la scuola pubblica: la legge sull’autonomia scolastica (59/97) ha indubbiamente rappresentato un passo fondamentale in questa deprecabile direzione.
Oggi il “governo tecnico”, proseguendo sulla stessa linea delle precedenti politiche scolastiche dissennate, con l’appoggio di una compatta maggioranza trasversale, sta facendo segretamente approvare nel chiuso della VII Commissione (Cultura e Istruzione) un disegno di legge di cui è prima firmataria l’On. Valentina Aprea. Come tutti ricorderanno, l’Aprea presentò nell’estate del 2008, appena si insediò il governo Berlusconi, un disegno di legge che, incentrato sulla trasformazione delle scuole in fondazioni, affrontava di conseguenza una serie di altre tematiche correlate come la carriera del personale docente (articolata su tre livelli: iniziale, ordinario ed esperto) e il reclutamento attraverso il concorso di istituto (leggi: chiamata diretta).
All’epoca il mondo della scuola fu compatto e deciso nell’esprimere una perentoria condanna di tali politiche scolastiche; nelle piazze delle città di tutta Italia la forza poderosa del movimento dell’Onda sembrava aver spazzato via il tanto avversato progetto di trasformazione della scuola in azienda.
All’inizio del corrente anno invece l’Aprea è tornata all’attacco e, prima di lasciare il suo incarico parlamentare per rivestire quello di Assessore all’Istruzione della regione Lombardia (dove peraltro sperimenterà già dal prossimo anno scolastico la chiamata diretta degli insegnanti), ha cercato in tutti i modi di accelerare l’iter di approvazione della sua legge che nel frattempo, grazie all’appoggio di tutte le forze politiche, esclusa l’IdV, ha assunto i connotati di un “testo unificato”.
Sebbene nella sua nuova facies questo testo non affronti più in modo diretto il tema della carriera e del reclutamento dei docenti, l’impostazione di base non è cambiata, considerando tutti i possibili sviluppi che essa contiene in nuce. Se questo disegno di legge verrà approvato le nostre scuole pubbliche cesseranno definitivamente di esistere in quanto tali e si trasformeranno in scuole dotate di “statuti autonomi”, diversi da scuola a scuola, governate da “Consigli dell’autonomia” (gli attuali Consigli di Istituto, dai quali sarà prepotentemente esclusa la presenza degli ATA) all’interno dei quali avranno un ruolo determinante soggetti esterni, tra cui “chi si preoccuperà” di finanziare la scuola, mentre gli insegnanti saranno sempre più impegnati ad arginare le indebite ingerenze, perfino nelle programmazioni di classe, da parte dei genitori, a cui questa legge assegna un ruolo di collaborazione che ad oggi si trova solo (fortunatamente!) in certi discutibilissimi modelli di scuole private. Il sistema scolastico del nostro Paese sarà irrimediabilmente aziendalizzato, privatizzato e regionalizzato: la libertà di insegnamento morirà definitivamente e con essa, di conseguenza, anche il diritto all’istruzione.
Per fare il punto sull’attuale decorso dell’iter parlamentare della legge, ricordiamo che il mese scorso l’Aprea, come Presidente della settima Commissione, ha chiesto e ottenuto che il ddl 953 (è questa l’ultima versione) fosse trasferita “in sede legislativa”: si è servita cioè di una prassi riservata a provvedimenti che, secondo il regolamento della Camera, “non hanno speciale rilevanza di ordine generale”, per far sì che la legge non passasse per l’Aula del Parlamento, ma venisse approvata esclusivamente nel chiuso di una piccola Commissione. A questo punto il testo, presumibilmente attorno alla metà di maggio, passerà all’esame della settima Commissione del Senato, per diventare in pochi giorni Legge dello Stato e trovare immediata applicazione a partire dall’inizio del prossimo anno scolastico.
Invitiamo pertanto tutti gli insegnanti, il personale ATA e quanti sono convinti che la scuola debba rimanere pubblica e rappresentare un presupposto imprescindibile di uguaglianza sociale e pari opportunità per i cittadini, a sottoscrivere la petizione APREA NO GRAZIE (http://www.italiadeivalori.it/apreanograzie/firma-la-petizione-aprea-no-grazie/). Questa petizione nasce innanzitutto per far sì che, attorno ad una legge che vuole modificare la governance della scuola pubblica, cioè di un’Istituzione dello Stato, si possa avviare un costruttivo dibattito, ad oggi negato dentro e fuori il Parlamento, per informare e sensibilizzare i cittadini su una questione che li riguarda tutti da vicino.
Nel momento in cui neanche da parte dei sindacati maggiormente rappresentativi sono state spese parole di aperta condanna verso i contenuti della legge e gli illegittimi espedienti con cui se ne sta accelerando l’approvazione, è necessario che, una buona volta, si levi un grido di protesta unanime del mondo della scuola, in virtù anche del ruolo istituzionale esercitato dai suoi lavoratori nei confronti degli altri cittadini, prima che sia davvero troppo tardi.
*(Responsabili nazionali Area dipartimentale Scuola IdV)