Concorso docenti PNRR1, da rifare in 5 regioni. Ecco dove e perché. Il Ministero precisa: “Riguarda 174 aspiranti docenti”. SENTENZA [PDF]

La sentenza del TAR Marche è chiara: il concorso docenti PNRR1 è da rifare. Il motivo dell’annullamento è la violazione dell’anonimato durante la prova pratica, in quanto ai partecipanti è stato richiesto di indicare il proprio nome e cognome sui fogli di risposta.
Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Puglia e Umbria sono le regioni interessate dalla sentenza, per quanto riguarda le prove dei docenti di laboratorio delle scuole secondarie.
La violazione riscontrata
Il concorso, organizzato su scala nazionale per l’assunzione di circa 20mila docenti, è stato gestito a livello interregionale (per via dell’aggregazione delle classi di concorso). Per le regioni interessate, la procedura è stata curata dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche, che ha anche nominato la commissione valutatrice. Nel caso specifico, la prova (svolta lo scorso Maggio a Porto Sant’Elpidio) per i candidati della classe di concorso B022 (Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali) è stata organizzata in modalità scritta. Secondo quanto rilevato dal Tar, questa scelta avrebbe richiesto il rispetto del principio di anonimato, poiché non vi erano motivi validi per far conoscere alla commissione i nomi degli autori delle prove.
TAR: “Non è stato garantito l’anonimato”
Garantire l’anonimato significa preservare la trasparenza e l’imparzialità della valutazione. Il Tar ha accolto questa interpretazione, evidenziando che la prova prevedeva una dimostrazione tecnica da realizzare in un tempo massimo di 8 ore. Poiché l’esame non si è svolto sotto la supervisione diretta della commissione, la violazione del principio di anonimato è risultata ingiustificata.
A seguito della decisione del tribunale amministrativo, il Ministero dell’Istruzione dovrà organizzare di nuovo la prova pratica per tutti i candidati. Di conseguenza, saranno ripetute anche le prove orali e verrà stilata una nuova graduatoria dei vincitori. La nuova selezione avrà effetto a partire dal prossimo anno scolastico.
La precisazione del Ministero
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) ha precisato che la sentenza riguarda esclusivamente il concorso per la classe di concorso B022 (insegnante tecnico-pratico), gestito dall’Ufficio scolastico regionale delle Marche e relativo a 60 posti complessivi nelle seguenti regioni:
- Abruzzo: 2 posti;
- Emilia-Romagna: 27 posti;
- Marche: 8 posti;
- Puglia: 14 posti;
- Umbria: 9 posti.
I candidati che hanno superato la prova scritta sono 174 e, al 13 febbraio, risultano 50 assunzioni già effettuate.
“Il TAR ha stabilito – si legge nel comunicato del Ministero – che dovrà essere ripetuta la prova pratica in quanto sarebbe stata violata la regola dell’anonimato”. Di conseguenza, dovranno essere ripetute sia la prova pratica che la prova orale, ma solo per i 174 candidati che hanno superato lo scritto.
Il MIM ha chiarito che la decisione non avrà alcun impatto sulle immissioni in ruolo già effettuate per l’anno scolastico 2024/2025 né sul complesso delle procedure concorsuali del PNRR, considerando l’esiguo numero di posti coinvolti nella vicenda.
Non è la prima volta
Il caso in questione è molto simile a quelli già discussi dal TAR Lombardia lo scorso 9 Febbraio 2024. Anche in quell’occasione, i giudici amministrativi avevano riscontrato la carenza del principio di anonimato nello svolgimento delle prove pratiche. Le linee guida operative elaborate dalla Commissione richiedevano ai candidati, infatti, di inserire i dati anagrafici all’interno degli elaborati.
A seguito della decisione del Tar Lombardia, i candidati hanno dovuto ripetere la prova pratica lo scorso 16 dicembre.
Il principio di anonimato: cosa dice la legge
Il principio di anonimato nei concorsi pubblici è disciplinato dal d.P.R. n. 487/1994, che stabilisce le modalità per garantire che i candidati restino anonimi fino al termine della valutazione delle prove. L’obiettivo della norma è evitare che i membri della commissione possano essere influenzati dalla conoscenza dell’identità dei partecipanti.
La giurisprudenza ha chiarito che la violazione di questa regola comporta automaticamente l’illegittimità della procedura concorsuale, indipendentemente dal fatto che vi sia stato un concreto condizionamento della valutazione. La semplice mancata osservanza della procedura è sufficiente per annullare il concorso.
Nei casi in cui la prova pratica si configuri come una prova scritta, il principio di anonimato deve essere rispettato, poiché rappresenta un’estensione dei principi di imparzialità e buona amministrazione. La denominazione attribuita dall’amministrazione alla prova non ha rilevanza giuridica: se essa assume la forma di uno scritto, deve seguire le regole delle prove scritte, compresa la garanzia dell’anonimato.