Anno finito, ma per i precari l’ansia è alle stelle: servono risposte su assunzioni, organici, indennità, permessi, equiparazione dei diritti. Anief li difende su più fronti
È sempre viva l’azione incessante dell’Anief a tutela dei diritti dei 250mila precari della scuola. In questi giorni di fine anno scolastico, durante il quale il giovane sindacato sta agendo su più fronti, parlamentari e giudiziari, il Governo ha deciso di dare il consenso, seppure rimodulando la richiesta, di prevedere la ricostruzione di carriera per tutto il periodo precedente all’immissione in ruolo (con l’addio in tal caso dell’ingiusto “raffreddamento” della carriera per oltre tre lustri) e di allargare la Carta del docente anche al personale non assunto a tempo indeterminato.
In attesa di conoscere il testo approvato dal Consiglio dei ministri, per l’organizzazione sindacale si tratta comunque di una prima importante risposta a questioni annose alle quali per anni nessuno è riuscito a rimediare.
Vi sono, nel frattempo, delle trattative in corso – nel decreto legge Enti territoriali e Salva-infrazioni, dopo l’accantonamento alla Camera di diversi emendamenti nel decreto legge PA n. 44/2023 – su una serie di problemi che necessitano di interventi aggiuntivi, per evitare che il prossimo anno scolastico si trasformi in un calvario organizzativo: le immissioni in ruolo da tutte le Gps, l’organico aggiuntivo di almeno 40mila unità, le graduatorie concorsuali da allargare a tutti gli abilitati, le abilitazioni da attivare in fretta tenendo conto di chi ha svolto precariato, il reintegro dei dirigenti scolastici e dei docenti assunti in ruolo con anno di prova svolto e poi licenziati.
Infine, all’Aran si sta trattando sull’equiparazione, rispetto al personale di ruolo, di una lunga serie di diritti, come pure sullo stanziamento delle risorse finanziarie per pagare a chi non è di ruolo i tre giorni annuali di permesso retribuito sinora riservati a chi è a tempo indeterminato.
“Se vogliamo realizzare al meglio il Pnrr nella scuola – dichiara oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dobbiamo agire in fretta e coinvolgere i precari perché rappresentano più di un quarto del personale scolastico. Se la risposta della Commissione europea su diverse questioni aperte tarda ad arrivare, la scuola non può permettersi di iniziare il nuovo anno, a settembre, senza dare supporto concreto alle scuole: occorre muoversi subito sull’organico aggiuntivo, sul sostegno per la gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, sull’idoneità di chi ha partecipato al concorso straordinario bis. Come pure sulla validità delle graduatorie dell’ultimo concorso ordinario, sulla mobilità interprovinciale sui docenti altrimenti immobilizzati, sui problemi legati ad alcuni dirigenti scolastici che continuano a rimanere esclusi e licenziati, così come i docenti che rimangono licenziati a dispetto della continuità didattica. Senza contromisure immediate, qui si rischia di compromettere davvero un altro anno”.