ATA, sblocco di posizioni economiche e progressioni stipendiali. Aumenti da 46 a 138 euro mensili. Le ultime notizie

Si è tenuta oggi, giovedì 8 febbraio, la prima riunione per l’applicazione del nuovo contratto 2019-2021 per il personale ATA.
Le posizioni economiche ATA introducono una procedura selettiva gestita dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, aperta ai dipendenti a tempo indeterminato con almeno cinque anni di servizio.
La valutazione, basata su formazione e anzianità di servizio, apre le porte a significativi avanzamenti professionali, con la garanzia di una copertura formativa per almeno il 130% dei posti disponibili. Con una validità triennale, questa graduatoria rappresenta una svolta per il personale, promettendo un impatto diretto sugli importi delle posizioni economiche, che variano in base alla cessazione di servizio o alla progressione tra le aree.
Dal resoconto del sindacato ANIEF, apprendiamo che oltre 90 milioni (al lordo) per attivare le nuove posizione economiche e più di 13 milioni per la rivalutazione delle attuali posizioni economiche attive pari a 56.103 unità.
Gli incrementi per i collaboratori scolastici passeranno da 600 ad 800 euro da 1200 a 1300 euro per gli assistenti. Le seconde posizioni passano da 1800 a 2000 euro. Il costo attuale è pari ad 66,9 milioni di euro lordo stato. Mentre sono a disposizione per l’attivazione di nuove posizioni economiche circa 72 milioni di euro lordo stato, pari a 54 milioni lordo dipendente per più di 70 mila ausiliari e amministrativi. Le nuove posizioni economiche, distribuite tra le aree A, B e B2, mirano a finanziare circa 70mila posizioni, una proposta che dimostra la volontà di adattare il sistema alle esigenze del personale ATA.
Un altro aspetto di rilievo è la mobilità verticale, che permette il passaggio a un’area superiore, reintrodotta dopo più di un decennio. Tenendo presente gli ultimi 5 anni il personale assistente amministrativo con all’attivo 36 mesi di servizio nel profilo di DSGA Facente funzione è pari a circa 1800 unità. Le procedure valutative avverranno sulla base di un decreto a firma del ministro, ma, come segnala ANIEF, prima occorre rivedere il Regolamento 181/2016 e gli organici.
Per le progressioni tra aree di cui all’art. 59 l’Amministrazione ha a disposizione 36,9 milioni e trattasi di risorse certe in quanto stanziate con Legge di Bilancio 2022. Dalle stime fatte partendo dal differenziale economico tra l’area dei collaboratori scolastici quella superiore degli operatori la differenza è pari a euro 691 lordo stato annui ovvero 472,29 euro lordo dipendente. Se le progressioni riguardassero un quarto della platea pari 29.588 dei 118.151 collaboratori scolastici il costo sarebbe di 20,4 milioni lordo stato.