Anief: Miur aumenta posti laurea in SFP, servono sempre più maestri

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Comunicato ANIEF – Gli iscritti nelle graduatorie e la necessità di copre i posti vacanti in aumento costringe l’amministrazione ad integrare di ulteriori 270 posti il bando originario per le immatricolazioni al Corso di laurea per l’anno accademico 2019/20. Le necessità di aumento degli studenti da specializzare riguardano tutte le aree del Paese. Marcello Pacifico (Anief): Nel prossimo biennio avremo un numero sempre maggiore di posti senza titolare. I quali si vanno ad aggiungere ai tanti già presenti e a quelli che furbescamente rimangono in organico di fatto. Basta giochini: se non si riapriranno subito le GaE e se non si fa ricorso al doppio canale di reclutamento, ci ritroveremo con sempre più ‘buchi’ da riempire e richieste di risarcimento in tribunale.

La scuola pubblica italiana ha un bisogno estremo di insegnanti. Ad iniziare dal primo ciclo, dove risultano decine di migliaia di posti vacanti, senza titolare, e vi sono altrettanti maestri abilitati all’insegnamento, che però continuano a stare in attesa di realizzare l’ennesimo concorso che li stabilizzerà con modalità lente e incerte. La procedura riservata si attuerà con il concorso straordinario bis, rivolto a maestri con diploma magistrale e laurea in Scienze della formazione primaria, da approvare con un imminente emendamento all’articolo 4, comma 1-quinquies del Decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, con cui si definirà l’accesso alla procedura per i precari con almeno una annualità di servizio specifico, anche non continuativo, su posto comune o di sostegno.

CONCORSO NON RISOLUTIVO

Anche con questo concorso, tra l’altro, si continuano con ogni probabilità ad essere lasciati fuori delle procedure di stabilizzazione, in modo ingiustificato, dei diplomati magistrale che hanno prestato il servizio precedentemente al 2009, i tanti laureati di scienze della formazione primaria i cui anni di tirocinio continuano ad essere riconosciuti come servizio, tutti gli educatori il cui titolo di accesso non è anch’esso ritenuto valido, oltre che i docenti che hanno prestato servizio nella scuola paritaria. Come da verificare è la possibilità che possano accedere alla procedura i tanti precari che hanno insegnato su sostegno senza specializzazione.

Parallelamente, dal Miur giungono segnali sull’estrema urgenza di coprire posti vacanti. L’ultimo, in ordine cronologico, è giunto in queste ore attraverso integrazione dei posti disponibili per le immatricolazioni al Corso di laurea in Scienze della formazione primaria per l’anno accademico 2019/20. I 6.679 posti inizialmente messi a disposizione, con decreto Miur 17 maggio 2019, n. 424, sono quindi risultati insufficienti, dopo che il Miur ha avviato una ricognizione presso gli Uffici Scolastici regionali: “dalla consistenza di iscrizioni nelle diverse graduatorie (ad esaurimento e II fascia di istituto), nonché tenendo conto del fabbisogno locale per le scuole paritarie, è emersa la possibilità di integrare il numero di posti a disposizione per il corso di laurea in Scienze della formazione primaria di 270 posti”, scrive Orizzonte Scuola, riferendosi alla nota ministeriale n. 465.

IL COMMENTO DI MARCELLO PACIFICO

“Questa integrazione – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è solo la conferma della necessità estrema di reperire nuovo personale docente per la scuola pubblica. Il fatto che l’aggiunta di posti riguardi regioni del Nord, Centro e Sud Italia, ci dice anche che l’esigenza è comune a tutte le aree. Il comune denominatore rimane quello di riempire i tanti posti già scoperti e che si andranno a scoprire a breve. Ricordiamo, tra l’altro, che i maestri della scuola dell’infanzia continuano ad essere annoverati tre le professionalità gravose che fruiscono dell’Ape social, quindi con la possibilità di lasciare il servizio fino a circa 5 anni di anticipo rispetto ai 67 imposti con la riforma Fornero e senza tagli sostanziali all’assegno di quiescenza”.

“A questa facoltà – continua il sindacalista autonomo – poi si aggiunge la conferma di Quota 100 per il prossimo biennio, che porterà anche molti maestri della scuola primaria, che in molti casi hanno iniziato ad insegnare subito dopo il diploma, a raggiungere i 62 anni di età minima avendo abbondantemente superato i 38 anni di contributi minimi richiesti. Alla luce di queste esigenze, diventa sempre più importante riaprire le GaE e fare in modo che il doppio canale di reclutamento venga esteso alle graduatorie d’Istituto, le quali in questo modo verrebbero mutate in graduatorie provinciali, in modo da sganciarle anche una volta per tutte dalla improduttiva scelta delle dieci, quindici scuole, da parte del docente. In caso contrario – conclude Pacifico – le questioni continueranno ad essere definite nei tribunali di competenza”.

LA RIPARTIZIONE DEGLI INCREMENTI DI POSTI

cFonte: Orizzonte Scuola

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