Anief: “Lavoratori di Istruzione e Ricerca, in vent’anni sono gli unici ad avere avuto aumenti inferiori al costo della vita, i più bassi tra i dipendenti pubblici per via dei contratti firmati, secondo il consueto rendiconto fornito da Aran”

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Anief pubblica uno studio approfondito sugli effetti, specialmente, del primo contratto firmato dopo il blocco decennale (CCNL 2016/2018), che ha penalizzato soprattutto il personale della scuola rispetto a quello sanitario, dei ministeri, dei comuni e delle regioni. Pacifico: “nel prossimo contratto 2025-2027 serviranno risorse per colmare il GAP per 1,3 milioni di docenti, Ata, educatori: 617 euro mensili di aumento che già i dipendenti delle funzioni centrali percepiscono”

Il sindacato Anief, da sempre attento ai diritti dei lavoratori della scuola, dell’istruzione e dell’università, alla luce dell’ultimo Rapporto Aran, pubblicato in questi giorni, in cui si evince che gli stipendi nell’arco temporale 2001-2021 di tutti i lavoratori di Istruzione e Ricerca: se nei 20 anni l’inflazione è infatti cresciuta del 31,8%, il personale della Conoscenza e della Ricerca ha addirittura perso il 7,4% di valore stipendiale considerano che l’aumento in quel periodo si è fermato al 24,4%, mentre gli altri hanno avuto aumenti superiori.

Come sottolinea il presidente nazionale Anief, prof. Marcello Pacifico, gli stipendi della scuola non possono rimanere sempre più indietro rispetto a quello dei ministeri, quando chi lavorava in entrambi i settori 20 anni fa prendeva lo stesso stipendio (24 mila euro): mancano all’appello almeno 8.000 euro l’anno a lavoratore, 617 mensili.

“Il Governo e Parlamento si devono rendere conto dell’emergenza salariale di chi lavora in questo settore. Già da due anni denunciamo il blocco della stessa indennità di vacanza contrattuale che ha portato all’anticipo di alcune somme il dicembre scorso. Chi lavora nel comparto istruzione e ricerca è l’unico ad avere perso 7 punti rispetto all’inflazione registrata. Poi ci si interroga perché chi insegna non ha più rispetto nella società. Il valore di un lavoro si misura in primo luogo dallo stipendio. Bisognerebbe interrogare i sindacati rappresentativi e i rispettivi ministri sul perché in questi anni sono aumentati gli stipendi per tutti gli altri dipendenti pubblici rispetto a quelli del comparto istruzione e ricerca. Noi diciamo basta. D’altronde, questa situazione si somma alla condizione di precarietà che nega tanti diritti anche economici al personale precario. A tal proposito Anief ha avviato una campagna di screening gratuita “Non un euro di meno” per verificare lo stato di servizio di ogni singolo docente e Ata: chiediamo ai lavoratori della scuola di verificare, attraverso anche i nostri uffici territoriali, qual è l’effettiva situazione professionale, a livello di carriera, per ottenere il risarcimento negato rispetto a diritti riconosciuti dalla normativa europea durante le supplenze. Abbiamo restituito 20 milioni di euro negli ultimi 20 mesi a 20 mila colleghi e continueremo fino a quando lo Stato italiano non adeguerà la propria normativa”, ha concluso il sindacalista autonomo.

Ecco qui la Tabella Anief su effetti contrattazione periodo 2001-2021

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