Ancora uno studente che porta un’arma a scuola: un coltello da cucina mostrato ai compagni prima di entrare in classe

Armi a scuola, sembra essere sempre più un problema. Spesso, purtroppo, riprendiamo da quotidiani locali notizie di giovani studenti che portano a scuola pistole o coltelli. Molte volte solo per bravate e vantarsi con i compagni. Ma altre volte le cronache ci hanno raccontato di episodi veri e propri di violenza.
A Ravenna, un alunno di scuola media ha deciso di portare un coltello a scuola e mostrarlo a diversi coetanei all’ingresso dell’istituto prima di entrare per l’inizio delle lezioni.
Per fortuna si sono avvicinati alcuni genitori, contattati da una ragazzina che assisteva alla scena, che hanno convinto alla fine il giovane a consegnare il coltello prima di entrare in classe, riporta Il Resto del Carlino.
A quel punto i genitori hanno informato il dirigente scolastico e consegnato l’arma, informandolo dell’accaduto. La dirigenza ha dunque contattato la Polizia, che dopo aver sequestrato l’arma hanno informato i genitori del ragazzo, che non ha subito alcuna conseguenza.
Armi a scuola: i metal detector e l’allarme dell’ANPE
Proprio pochi giorni fa avevamo raccontato di uno studente quattordicenne che ha sottratto la pistola e un proiettile allo zio e ha deciso di portarla in classe, mostrandola ai compagni.
Spesso si portano armi a scuola solo per “gioco”, per mostrare qualcosa di “pericoloso” ai compagni. Tuttavia, a volte non è così e l’intenzione dei giovani è di natura violenta, magari per “regolare i conti” con qualche coetaneo.
Situazioni frequenti che hanno portato a ipotizzare soluzioni come quella pensata da una DS campana, che propone di istallare un metal detector all’ingresso della scuola come misura di sicurezza.
L’ANPE, l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani, lancia l’allarme e invita a mettere in luce il fatto che sempre più giovani portino a scuola un coltello.
“L’aumento dell’uso del coltello tra giovani e giovanissimi non può più essere sottovalutato. Questo comportamento è il sintomo di un disagio profondo, che nasce dall’assenza di punti di riferimento e dalla crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni educative”, spiega la Presidente dell’ANPE, Maria Angela Grassi.
“È essenziale che la scuola e la famiglia riprendano il loro ruolo centrale, diventando i primi luoghi di formazione alla cittadinanza e alla convivenza civile. La repressione, per quanto necessaria, non basta: occorre un impegno concreto da parte delle istituzioni per attuare progetti di educazione emotiva e civica, così da fornire ai giovani gli strumenti per gestire le proprie emozioni, affrontando conflitti e frustrazioni senza ricorrere alla violenza.”
Anche dalla politica e dal Governo il fenomeno violenza a scuola e possesso di armi da parte di studenti è sotto osservazione.
Sappiamo bene che negli ultimi anni si sono verificati accoltellamenti o aggressioni a scuola. Tanto che anche il Ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, ha avanzato una soluzione radicale: posizionare agenti delle forze dell’ordine presso gli istituti più a rischio.