Ancora “tutti pazzi” per il liceo. Il lavoro però guarda altrove. La riforma dei tecnici e professionali cambierà le carte in tavola?

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Anche quest’anno il liceo recita il ruolo di protagonista indiscusso delle iscrizioni a scuola. Tuttavia, l’istruzione tecnica e professionale registra una crescita che, nell’ottica del Ministro Valditara, potrebbe aumentare sempre di più nei prossimi anni, alla luce della nuova riforma.

Per il momento, dunque, il liceo resta la scuola più scelta dai ragazzi. Quest’anno è stato ha totalizzato il 55,63% delle preferenze totali.

Nel frattempo il Ministero ha pubblicato i dati definitivi sulle iscrizioni

Classico giù. Boom liceo scientifico

Licei in buona salute dunque, anche se il classico continua a scendere nelle preferenze (5,34%), mentre in ottima forma sono gli indirizzi di liceo scientifico che totalizzano il 25,59% del totale.

Una parabola discendente, quella del classico, che però non deve destare particolari preoccupazioni.

Il problema del liceo classico è la sua rigidità, come spiegato in precedenza. Un curriculum poco flessibile che non si adatta alle esigenze degli studenti di oggi, più orientati verso materie scientifiche e linguistiche moderne.

L’unico modo, secondo gli addetti ai lavori, per rilanciare il liceo classico, è non fossilizzarsi su un modello di scuola obsoleto. La chiave per il futuro è una scuola flessibile, multidisciplinare e capace di appassionare gli studenti. Solo così il liceo classico, e tutte le altre scuole, potranno sopravvivere e prosperare.

È una scuola che prepara ad intraprendere ogni via, offrendo una solida base formativa e culturale – ha detto Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito – . Purtroppo, i dati sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico evidenziano un calo di questa tipologia di scuola, soprattutto al Nord. Al Centro-Sud, invece, il Liceo Classico regge ancora. Per questo motivo, intendiamo proporre dei progetti per rimettere lo studio del latino nelle scuole secondarie inferiori. Non possiamo permettere che vada dispersa la tradizione di una scuola così importante, che ha formato intere generazioni di classe dirigente”.

Tecnici e professionali in crescita: già si sente la “cura” Valditara?

In crescita gli istituti Tecnici e i Professionali, che mostrano un trend in positivo: i primi rilevano il 31,66% (contro il 30,9% dello scorso anno) e i secondi il 12,72% (contro il 12,1 % dello scorso anno) delle iscrizioni.

Primi segnali della strategia di Valditara di puntare sull’istruzione tecnica e professionale? “La filiera del 4+2 ha registrato un interesse significativo da parte delle famiglie, è un risultato importante e non scontato. Gli studenti da settembre potranno contare su un percorso e dei programmi fortemente innovativi e una maggiore sinergia con il mondo produttivo“, ha commentato il Ministro, facendo riferimento alla sperimentazione partita proprio quest’anno.

Nel frattempo si conclude per approvare la riforma dei tecnici e professionali, come prevista dal Pnrr: il 31 gennaio l’Aula del Senato ha dato il via libera alla riforma degli istituti tecnici con 101 voti favorevoli. Adesso il disegno di legge passerà alla Camera per il via libera definitivo.

La riforma, fortemente voluta dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, punterà a rafforzare le competenze di base in italiano, matematica e inglese, dando maggiore peso alle materie tecniche e laboratoriali.

“È una riforma che offre straordinarie opportunità ai nostri giovani, consentendo molte più possibilità di lavoro, e con tempi di ingresso più rapidi. Serve a qualificarli in coerenza con le necessità del mondo imprenditoriale. E ciò significa anche far crescere la competitività delle imprese”, ha detto Valditara.

L’obiettivo del Governo è quello di offrire maggiori opportunità lavorative ai giovani, allineandoli alle esigenze del mondo imprenditoriale.

Al momento, il percorso tecnico e professionale, resta la scelta migliore per chi desidera un futuro lavorativo immediato. Sono i dati di Unionecamere che parlano chiaro: i diplomati degli istituti tecnici (29,6%) e professionali (42,9%) hanno molte più chance di trovare un’occupazione rispetto ai liceali.

Unioncamere, attraverso il portale Skuola.net, mette a disposizione dati e informazioni per aiutare studenti e famiglie a fare scelte consapevoli. L’obiettivo è quello di colmare il divario tra formazione e mercato del lavoro, garantendo ai giovani un futuro migliore.

Riforma istituti tecnici e professionali: le novità

Una novità rilevante è l’introduzione del “campus”, una comunità composta da scuole, centri di formazione professionale e Its Academy, incentrata sulla centralità dello studente.

La proposta include anche la collaborazione a tempo determinato con docenti esterni, provenienti dal mondo delle imprese, per colmare lacune di competenze tecniche.

Un aspetto centrale è quello relativo al fatto che gli studenti dei percorsi quadriennali potranno accedere ai percorsi formativi degli ITS Academy e sostenere l’esame di Stato presso l’istituto professionale assegnato, costituendo dunque il modello 4+2.

L’iniziativa mira all’adeguamento e all’ampliamento dell’offerta formativa, promuovendo i passaggi fra percorsi diversi e la certificazione delle competenze acquisite. Si prevede anche la promozione di accordi di partenariato per incrementare l’alternanza scuola-lavoro e i contratti di apprendistato, valorizzando le opere soggette a diritto d’autore e proprietà industriale realizzate nei percorsi tecnici e professionali.

Si prevede che i sistemi di formazione regionale possano aderire alla sperimentazione, validata dall’Invalsi per garantire una formazione equiparabile a quella statale. È un’opportunità che estende la possibilità per gli studenti di iscriversi non solo agli ITS, ma anche all’università.

TESTO DDL

RELAZIONE TECNICA [PDF]

 

Liceo del Made in Italy

Quest’anno l’altra novità per le iscrizioni è stata l’introduzione del liceo del Made in Italy, che ha suscitato molte polemiche e poche adesioni.

Valditara però non si scompone, anzi, dimostra di puntare su questa nuova strada: “Il Made in Italy è la nuova offerta formativa messa in campo dai licei che avevano già attivo l’indirizzo Scienze Umane – opzione Economico-sociale, pensata per una formazione tesa a valorizzare le eccellenze italiane riconosciute a livello internazionale. Una opzione che dal prossimo anno potrà rafforzarsi nell’alveo dei licei più tradizionali. È importante”, prosegue Valditara, “aver ampliato l’offerta formativa a disposizione degli studenti italiani venendo incontro alle esigenze e alle nuove sfide del mondo del lavoro, è la strada giusta per una scuola di successo per i nostri ragazzi”.

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