Ancora milioni di euro investiti per le scuole paritarie, ma il servizio dei docenti vale meno: Anief non ci sta e rilancia i ricorsi

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Cresce l’impegno del governo e degli enti locali per sostenere l’opera educativa delle scuole paritarie: abbiamo appreso qualche giorno fa che il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato un piano di finanziamento triennale (2024-2026) per supportare le scuole d’infanzia paritarie della regione, con un impegno finanziario che prevede 12 milioni di euro per il 2024 e importi analoghi per gli anni successivi.

Anche in ambito nazionale i finanziamenti risultano in aumento, anche attraverso l’ultima Legge di Bilancio. Sul piano regolamentare, invece, siamo ancora fermi: il servizio svolto dal personale negli istituti paritari continua ad avere una minore valenza di quello effettuato nelle scuole statali. Senza tenere conto delle perplessità espresse dalla Corte di Giustizia europea, in Italia si continua a considerare quel servizio quasi di serie B. E nemmeno che il Testo Unico della Scuola, del 1994, non negava la validità per intero.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che però qualcosa si muove: “Attraverso il tribunale di Padova – spiega il sindacalista – è stata rimessa in discussione la questione del mancato riconoscimento del servizio svolto negli istituti paritari. Una problematica che prende corpo immediatamente dopo l’immissione in ruolo nella scuola statale, quando il lavoratore chiede di effettuare la ricostruzione di carriera e scopre che il periodo svolto nelle paritarie non viene considerato al 100%. Si tratta di almeno 300mila insegnanti, tutti entrati in ruolo con un trascorso nella scuola paritaria. Anief ricorda che c’è una diffida da inviare, per evitare i termini di prescrizione di legge; poi, ce la giocheremo tutti in Europa sulla parità di trattamento e sul principio di non discriminazione”,

I docenti interessati al danno prodotto possono ancora presentare ricorso, Anief ha realizzato una apposita pagina dedicata all’istanza.

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