ANCODIS: alternanza scuola lavoro o PCTO?
ANCODIS – Il triste evento del giovane studente morto in un incidente durante lo svolgimento di progetto di PCTO merita il cordoglio di tutta la comunità scolastica e apre la necessità di avviare una serie di riflessioni in merito.
Secondo la Legge n. 53/2003 che l’ha introdotta e la Legge n. 107/2015 che ha reso obbligatori i percorsi previsti, l’Alternanza scuola lavoro, ora denominata PCTO “Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento”, è una metodologia didattica che le istituzioni scolastiche realizzano come parte del curricolo scolastico e, quindi, componente strutturale della formazione degli studenti “al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti”.
Essere passati dalla definizione non proprio felice di “Alternanza” alla definizione di “Percorsi” può farci capire la funzione che queste attività svolgono in termini di conoscenza del territorio dal punto di vista economico, culturale, sociale e politico; di orientamento delle vocazioni personali, degli interessi e degli stili di apprendimento dei nostri studenti; di partecipazione attiva nei processi formativi.
Pertanto, i PCTO poco hanno e, non possono avere a che fare, con la determinazione di un rapporto individuale di lavoro.
Non possiamo ancora fare finta che la formazione dei nostri ragazzi si svolga solo ed esclusivamente dietro i banchi di scuola ma necessita di costanti contatti con la società che li circonda.
Per la realizzazione di un progetto consapevole di vita e di lavoro è necessario realizzare un’offerta formativa che si basi sulla combinazione del momento formativo e di quello applicativo come una sorta di ricostruzione dell’unità tra l’apprendimento e la vita reale.
Bisogna prendere atto che la scuola non è più l’unica azienda formativa ma coesiste con la complessità della nostra società, con la rapidità delle informazioni, con modelli culturali e valori di riferimento molteplici e differenziati e con un sistema economico basato sulla competizione e globalizzazione.
Se fino a poco tempo fa educazione e formazione coincidevano con l’istituzione scolastica oggi il bisogno formativo è soddisfatto anche da altre agenzie con intenti educativi come i servizi sociali, alla persona, alla cultura, al volontariato con cui essa può concorrere per realizzare il proprio progetto formativo. In realtà sarebbe anacronistico sminuire l’importanza dei PCTO nell’educazione e nella formazione a tutto tondo dei nostri ragazzi.
Negare la valenza di questi percorsi sarebbe come privarli di ulteriori opportunità di crescita così come lo sono i viaggi studio all’estero, la partecipazione alle attività di mobilità transnazionale a fini di apprendimento e della formazione professionale, l’apprendistato e quant’altro.
Negli istituti tecnici e i professionali, poi, i PCTO costituiscono la vocazione propria della loro offerta formativa.
E’ la capacità di progettazione di ogni istituto che fa la differenza. I ragazzi infatti acquisiscono competenze conoscenze, abilità e competenze spendibili nel mondo del lavoro grazie allo sforzo dei docenti tutor di scuola che progettano percorsi significativi e contestualizzati ai profili formativi di uscita dei vari indirizzi di studio.
Del resto le attività di PCTO vanno co-progettate in sinergia con il tutor dell’ente ospitante e, si può ritenere che siano pochissimi i casi in cui i ragazzi vengono trattati come mera manovalanza.
Piuttosto chiediamoci di aumentare la formazione e i controlli in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro da destinare ai docenti, agli studenti e, soprattutto, alle aziende.