Anche Repubblica sul divieto dei cellulari all’esame di Maturità

Di Lalla
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Michela Tartaglia – L’anno scorso la polemica fu vivace sulla tolleranza o meno del copiare a scuola. Ad affrontare la questione fu l’ormai noto Gruppo di Firenze che ha raccolto un vasto consenso regionale attorno alle sue parole d’ordine. Quest’anno alla vigilia degli esami conclusivi del primo e secondo ciclo di studi, il Gruppo ha avuto il conforto di ben 558 firme di insegnanti e presidi, superando la soglia dell’appello dell’anno precedente. Servirà a riportare un po’ di decoro in esami spesso ridotti ad uno show televisivo di terz’ordine?

Michela Tartaglia – L’anno scorso la polemica fu vivace sulla tolleranza o meno del copiare a scuola. Ad affrontare la questione fu l’ormai noto Gruppo di Firenze che ha raccolto un vasto consenso regionale attorno alle sue parole d’ordine. Quest’anno alla vigilia degli esami conclusivi del primo e secondo ciclo di studi, il Gruppo ha avuto il conforto di ben 558 firme di insegnanti e presidi, superando la soglia dell’appello dell’anno precedente. Servirà a riportare un po’ di decoro in esami spesso ridotti ad uno show televisivo di terz’ordine?

Un minimo di ottimismo ci è dato dalla presa di coscienza di un così vasto schieramento di docenti decisi a non lasciar correre e che hanno saputo imprimere una certa enfasi positiva nel loro appello al ministro Profumo, ribadendo le conclusioni dell’ultimo anno:

«Dichiariamo pubblicamente che ci impegneremo a far sì che gli esami si svolgano in un clima sereno, ma nel rispetto della legalità, dell’equità e dell’imparzialità».

Una aggiunta: «Gentile ministro le chiediamo di garantire la regolarità dei prossimi esami di Stato, dando disposizioni per una vigilanza veramente rigorosa e mettendo in atto tutte le iniziative normative e tecniche utili a far sì che vengano premiati il merito e l’impegno invece della furbizia e della slealtà».

Queste non sono le parole “mantra” che Termolionline.it, per penna mia e pieno avallo del direttore Bracone, va ripetendo da mesi, da tempi ben lontani dall’urgenza degli esami di Maturità. Sono le parole autorevoli dell’autorevole Mario Pirani sull’autorevole testata Repubblica di ieri, 11 Giugno 2012. L’articolo continua, accusando e denunciando il vergognoso costume dell’italico aiutino, tollerato in silenzio o avallato apertamente da genitori, docenti e dirigenti della scuola pubblica italiana. Se ai candidati, chiudendo orecchi occhi e bocca, viene consentito impunemente di accedere attraverso gli smartphone agli “aiuti” in rete, questo non è l’aiutino classico, il più bravo che passa la versione al più sfaticato dei compagni: questo è falsare completamente le prove e inquinare il quadro delle classi. Al momento della correzione, la commissione che avrà vigilato poco o per niente (e, se pure vigilasse, che potrebbe fare nei confronti di alunni con lo smartphone silenziato, ben occultato, addirittura legato alla caviglia e consultabile in tutta sicurezza? La perquisizione non è ammessa.), gli elaborati di ragazzi poco studiosi, poco preparati, risulteranno migliori di quelli impegnati e che hanno lavorato da soli.

La storia è nota, è vecchia, è il segreto di Pulcinella e, addirittura, nell’ultimo esame di Maturità cui ho partecipato prima di salutare la scuola, io fui redarguita in modo incredibile nella forma e nella sostanza, dal mio dirigente, al quale si erano rivolti i genitori di un alunno modesto: nientemeno, la prof. Michela Tartaglia aveva impedito, con la sua sorveglianza rigorosa, che al figlio, ma anche a nessun altro, arrivasse una copia della versione di Greco. Dunque, a parte la mia immaginabile risposta, qui sono gravemente deformate parecchie lenti: innanzitutto quella dei genitori, pronti a vendere la loro madre purché sul tabellone finale compaia un bel voto per il figlio, qualunque sia stato il suo curriculum scolastico; la lente miope del dirigente, che non vuole storie con gli “utenti”(sic!) alunni e i loro protettori di famiglia, pronti a protestare, denunciare, spostare il figlio in altro istituto, se le loro aspettative non sono puntualmente soddisfatte; e poi, perdere alunni significa spesso perdere la presidenza: baby, non si scherza col fuoco! C’è poi la lente non deformata, ma molto stanca, dei docenti, assediati da ogni parte, diventati burocrati asfissiati da riunioni, relazioni, progetti e programmazioni e, in classe, spesso impossibilitati a svolgere la loro professione per la malaeducacion degli allievi e l’attenzione rivolta a girare minifilmati da mettere su Youtube. Se aggiungiamo il pericolo di diventare soprannumerario per diminuzione del numero degli alunni, come meravigliarsi che chiudano non uno, ma tutti e due gli occhi?

Ebbene, frutto delle denunce coraggiose di Termolionline.it sono stati l’allerta del Gruppo di Firenze, l’aiuto fattivo di Orizzontescuola.it, l’intervento autorevole del Presidente ANP/Molise prof. Mucciaccio e addirittura del Presidente Nazionale ANP, prof. Giorgio Rembado con la sua lettera chiara, esplicita, ricca di denunce e suggerimenti al Ministro Profumo. Dall’intero Molise un silenzio davvero totale, che fa il paio con quello del Ministro della Pubblica Istruzione.
Più chiaro di così…………..!

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