Anche quest’anno almeno 180mila supplenti, per stabilizzarli tutti servirebbero 800 milioni. Pacifico (Anief): l’investimento produrrebbe solo benefici, anche agli studenti, e ci avvicinerebbe all’Ue

Portare il precariato nella scuola a dei livelli tollerabili costerebbe alle casse dello Stato 600 milioni annuali, mentre servirebbero oltre 800 milioni l’anno per azzerarlo: la stima è stata realizzata oggi dalla rivista Tuttoscuola, in vista del ritorno in cattedra di 850mila docenti, con almeno 180mila (il 21%) dei quali a tempo determinato, ma anche analizzando le promesse elettorali sul tema da parte di diversi schieramenti in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “meno di un miliardo di euro l’anno è una somma importante ma non impossibile se collocata nella legge di bilancio di fine anno. Se investita, la scuola riceverebbe benefici immensi, a partire dalla preziosa continuità didattica che tutti citano ma che senza insegnanti di ruolo diventa impossibile da centrare. Gli effetti diretti positivi riguarderebbero lo stesso personale, che anche in Italia avrebbe finalmente lo stesso trattamento degli altri Paesi europei andando incontro alle indicazioni della Commissione europea che vuole immissioni in ruolo automatiche dopo 36 mesi di servizio. Per non parlare dalla riduzione del contenzioso tra supplenti e amministrazione. Ma anche della qualità della didattica, che ne beneficerebbe non poco”.
“Assumere tutti i supplenti annuali – continua Marcello Pacifico – sarebbe pure una risposta positiva ai preoccupanti dati pubblicati oggi sulla dispersione scolastica e sul gap di competenze acquisite forniti proprio oggi attraverso il rapporto di Save the Children Alla ricerca del tempo perduto”. È chiaro che sarà anche necessario modificare le norme sul reclutamento: quelle attualmente in vigore pongono invece limiti importanti alle stabilizzazioni, a partire dagli organici di fatto e dai posti su sostegno, la metà dei quali considerati in deroga e quindi non utili alle assunzioni a tempo indeterminato. Tutte le cattedre esistenti, quindi, andrebbero collocate nell’organico di diritto: è una richiesta – conclude il sindacalista Anief – che facciamo da tempo, ma l’amministrazione scolastica e il Mef non vogliono nemmeno sentirne parlare”.
I COSTI DA AFFRONTARE
Complessivamente, ha scritto Tuttoscuola, l’eliminazione del precariato scolastico riguarderebbe la stabilizzazione dei 147.220 supplenti con contratto fino al 30 giugno e costerebbe oltre 823 milioni di euro. Per gli altri 65.187 supplenti annuali che nel 2020-21 occupavano altrettanti posti vacanti e disponibili, la stabilizzazione passa dai concorsi e dalle graduatorie GAE. Se si volesse portare il livello di precariato a livello fisiologico, occorrerebbe stabilizzare circa 107 mila supplenti precari per una spesa complessiva di circa 600 milioni di euro.
QUANTI SUPPLENTI DA NOMINIARE
I dati più recenti del precariato nelle scuole statali – ha scritto ancora Tuttoscuola – sono pubblicati ufficialmente sul Portale dati del Ministero dell’istruzione per l’anno scolastico 2020-21 e riguardano in tutto 212.407 docenti con contratto a tempo determinato, di cui 65.187 (il 30,7%) con supplenza annuale su posto vacante o disponibile, e altri 147.220 (il 69,3%) con supplenza fino al termine delle lezioni, ossia fino al 30 giugno.