Anche Lupi dice la sua sul referendum di Bologna: l’onere è far pagare di più all’amministrazione se crea nuovi asili

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Red – Ormai il referendum di Bologna sul finanziamento alla scuola privata è diventato un caso di importanza nazionale.

Dopo l’intervento di Rodotà, che si schiera nettamente a favore della scuola pubblica, ora c’è quello del neo-ministro alle Infrastrutture di area Cl, Maurizio Lupi, che invita a votare per il sostegno alle paritarie.

Red – Ormai il referendum di Bologna sul finanziamento alla scuola privata è diventato un caso di importanza nazionale.

Dopo l’intervento di Rodotà, che si schiera nettamente a favore della scuola pubblica, ora c’è quello del neo-ministro alle Infrastrutture di area Cl, Maurizio Lupi, che invita a votare per il sostegno alle paritarie.

“A Bologna – ha scritto sul suo sito il ministro – il 26 maggio prossimo si terra’ un importante referendum. Il fatto che sia solo consultivo e non vincolante per l’amministrazione non toglie valore alla questione di fondo implicita in questo voto: la libertà di educazione sancita dalla nostra Costituzione”.

Per Lupi il quesito del referendum “è ingannevole perche’ non dice che sia le scuole comunali e statali, sia quelle paritarie sono tutte scuole pubbliche. Le dichiara tali una legge del 2000 voluta da un ministro del Pd, Giovanni Berlinguer. Una scuola è pubblica per il servizio educativo che offre e perché ha i requisiti richiesti dal ministero e sui quali è sottoposta a rigide verifiche. In quanto ‘pubblica’ può essere gestita dallo Stato o da soggetti privati”.

“Chi vuole distruggere questo sistema integrato si appella, sbagliando, all’articolo 33 della Costituzione, dove si parla di scuole private ‘senza oneri per lo Stato’”; scrive infatti Lupi nel suo appello. “E’ più che evidente che un asilo che costa 600 euro per bambino l’anno contro uno che ne costa 6.900 non è un onere ma un risparmio; e che se tutti i 1.736 bambini delle paritarie si iscrivessero alle comunali il costo per l’amministrazione di Bologna sarebbe non di un milione ma di 12 milioni di euro l’anno. Questo sì- conclude il ministro Lupi- che sarebbe un onere”.

 

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