Alunno prende 8 in condotta dopo aver copiato compito in classe, genitori perdono ricorso al TAR: “Nessuna violazione del patto educativo, anche il voto assegnato è un giudizio positivo”

Il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso di una famiglia contro il voto in condotta assegnato al figlio, uno studente di un liceo scientifico di Gallarate.
I genitori contestavano l’8 in condotta, chiedendo l’annullamento del verbale dello scrutinio finale. Secondo la famiglia, il voto, motivato da “comportamento generalmente corretto”, sarebbe stato ingiusto e immotivato, basato su un singolo episodio di copiatura non verbalizzato e non corrispondente al positivo andamento scolastico del ragazzo. I ricorrenti lamentavano, inoltre, la mancata comunicazione preventiva da parte della scuola di eventuali problemi comportamentali del figlio.
La decisione del TAR: il voto in condotta fa media e non penalizza
Il TAR ha ritenuto il ricorso infondato, confermando la legittimità del voto. I giudici hanno sottolineato che la valutazione del consiglio di classe, espressa numericamente, è insindacabile, a meno che non emergano evidenti elementi di irragionevolezza.
Nel caso specifico, il voto 8, pur non essendo il massimo, rappresenta comunque un giudizio positivo, in linea con i parametri di valutazione dell’istituto. Il TAR ha evidenziato che il voto assegnato, corrispondente a un “comportamento generalmente corretto”, tiene conto anche di alcuni ritardi e di una nota disciplinare per aver lavorato su un’altra materia durante un’interrogazione. “Proprio la presenza della nota – che, a rigore, avrebbe financo giustificato l’attribuzione di un voto pari a 7 – comprova che il comportamento tenuto durante l’anno scolastico dall’alunno è stato ‘generalmente’ – ma non costantemente – corretto”, si legge nella sentenza.
Inoltre, il TAR ha precisato che il voto in condotta, facendo media, ha di fatto alzato la media complessiva dello studente, pari a 7,5, dimostrando l’assenza di volontà punitiva da parte del consiglio di classe.
Nessuna violazione del patto educativo: la condotta è “generalmente corretta”
Il Tribunale ha, infine, escluso la violazione del patto educativo di corresponsabilità, in quanto il giudizio espresso, sostanzialmente positivo, non richiedeva specifiche comunicazioni ai genitori.
Secondo i giudici, i singoli episodi, pur non essendo sufficienti da soli a giustificare il voto, contribuiscono a delineare un quadro complessivo di condotta regolare, ma non eccellente. Il TAR ha concluso che la valutazione del consiglio di classe, basata su un’analisi globale del comportamento dello studente, non si è concentrata su singoli eventi, ma ha considerato l’atteggiamento generale del ragazzo durante l’anno scolastico.
Per questi motivi, il ricorso è stato respinto e la famiglia condannata al pagamento delle spese processuali (1000 euro) al Ministero dell’Istruzione e del Merito.