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Alunno plusdotato, come individuarlo: per una efficace didattica inclusiva

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Nel mondo della scuola impegnato nella molteplicità di funzioni e adempimenti burocratici che spesso riducono l’energia vitale dello stesso corpo docente, il riconoscimento dei soggetti plusdotati ancora oggi risulta essere un compito difficile anche a causa dell’assenza di una definizione unica e condivisa da tutti, ed anche per le poche conoscenze in questo campo da parte degli stessi docenti.

Di certo non sono gli insegnanti le figure che possono attestare la presenza di una condizione di plusdotazione, ma sono sicuramente i primi che possono osservare la presenza delle caratteristiche tipiche e dei tratti generali in ciascun allievo.

Per tale motivo risulta necessario e indispensabile che gli insegnanti vengano formati sulla materia, sulle strategie di individuazione di tali casi, cosa che invece come ben sappiamo non avviene spesso nell’ambito scolastico italiano.

Ad oggi non abbiamo un singolo test di valutazione della giftedness sul quale tutti i professionisti del campo siano d’accordo, e non esiste nemmeno un unico punteggio di un test che sia in grado di fornirci tutte le informazioni utili su un caso di plusdotazione per poter comprendere al meglio tale situazione, abbiamo bisogno di più test, più criteri e più tempo a disposino e perché l’osservazione, seria e attenta, possa dare i risultati sperati, utili sia al singolo allievo che al contesto classe nel quale lo stesso è inserito.

Riconoscere in maniera precoce lo studente plusdotato, permette di poter lavorare in contesti scolastici e non, che lo supportino nella sua condizione, lo stimolino e lo coinvolgano in modo da poter sviluppare fin da subito il suo potenziale tenendo conto delle necessità anche sul piano sociale, emotivo e comportamentale.

Quali potrebbero essere le esigenze e il soddisfacimento delle stesse all’interno di un contesto classe per gli studenti plusdotati?

Una volta osservati e individuati, gli studenti gifted hanno necessità di programmi speciali, tanto quanto gli studenti a cui vengono riconosciuti deficit, le necessità di apprendimento per i gifted sono infatti diverse e complesse rispetto ai pari ed è per questo che hanno bisogno di servizi di educazione speciali.

Ciò a cui si può andare incontro se non si offre supporto scolastico adeguato ai gifted sarà la creazione di una situazione classe in cui lo studente gifted risulterà essere uno studente disorganizzato e con difficoltà scolastiche non indifferenti in termini di inclusione e partecipazione al dialogo educativo e didattico.

I soggetti plusdotati hanno bisogno, infatti, di una formazione specifica che sia capace di soddisfare i bisogni emotivi e cognitivi degli stessi al fine di un corretto inserimento nel contesto classe e il raggiungimento del massimo successo formativo, adeguato a quelle che risultano essere le loro potenzialità. Se non si interviene con percorsi adeguati e speciali il rischio sarà quello di portare lo studente sulla strada opposta al successo, e cioè quella dell’abbandono scolastico.

Per gli studenti gifted, non esiste un unico metodo di insegnamento, ogni studente ha le proprie necessità di apprendimento, i propri interessi, il proprio talento e il proprio potenziale, è necessario che i programmi di insegnamento dei gifted vengano differenziati e pensati singolarmente sulla base delle caratteristiche personali di ognuno di loro, in modo da permettere di raggiungere degli ottimi risultati in ambito scolastico, ma operando contemporaneamente anche su altri aspetti.

Quando ciò non dovesse essere applicato, dal punto di vista scolastico si potrebbe correre il rischio di un sottorendimento o underachievement, nel momento in cui il potenziale non viene riconosciuto e supportato in modo positivo (spesso il soggetto plusdotato tende a non mostrarlo e ottiene delle performance estremamente basse rispetto a quello che potrebbe fare). Si potrebbe anche andare incontro ad un abbandono scolastico o drop-out, ad un isolamento sociale o anche alla perdita dell’autostima.

Quali altri rischi potrebbero correre i soggetti plusdotati quando non venissero riconosciuti per l’alto potenziale cognitivo da loro posseduto?

Affinchè gli studenti gifted per i quali, come sopra detto, non esiste un unico metodo di insegnamento in quanto ogni studente ha le proprie necessità di apprendimento, bisogna operare contemporaneamente anche su altri aspetti al fine di evitare il rischio di un fallimento scolastico o, meglio ancora, di sfiducia nelle loro capacità comunicative. A tal proposito potrebbero risultare valide le seguenti indicazioni operative e di osservazione da effettuare durante l’azione didattica:

  • Mis-diagnosi o assenza della doppia diagnosi, questo avviene frequentemente nel caso di studenti twice-exceptional che fanno parte del quinto profilo della plusdotazione proposto da Betts e Neihart. Essendoci un effetto di mascheramento delle elevate capacità cognitive è spesso difficile la loro individuazione anche dal punto di vista della plusdotazione e viene così dato maggior risalto al deficit. Le mis-diagnosi più frequenti sono, disturbo oppositivo provocatorio, disturbi dell’umore, disturbo ossessivo-compulsivo, ADHD;
  • Condotte disfunzionali;
  • Depressione adolescenziale, nel momento in cui il soggetto gifted entra nel complesso mondo dell’adolescenza senza essere stato adeguatamente individuato e supportato può cominciare a mostrare dei tratti tipici di questa condizione, perfezionismo, inusuale sensibilità, introversione, solitudine e alienazione, eccessiva criticità verso se stessi, mancanza dell’intelligenza emotiva. Risulta necessario quindi che l’adolescente abbia una rete sociale e venga inserito nell’ambiente per ciò che è realmente.

Quale indicazione potrebbe essere utile nell’ambito della ricerca docimologica per tali soggetti?

Viste le numerose difficoltà nell’identificazione della plusdotazione il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Psicologi nel 2018 ha elaborato delle linee guida ufficiali che devono essere seguite per la valutazione degli stessi che possiamo di seguito sintetizzare:

  • Osservazione per valutare principalmente la comunicazione e gli aspetti non verbali del soggetto.
  • Colloquio con il soggetto per spiegare allo stesso il motivo dell’esame e valutare, contemporaneamente, il livello di adattamento nei diversi ambienti, la qualità delle relazioni sociali e i suoi principali interessi.
  • Colloquio con i genitori per spiegare loro la situazione e raccogliere insieme ogni possibile elemento utile alla valutazione finale, come per esempio elementi che possono mostrare anche la presenza di un disturbo.
  • Test di livello intellettivo.
  • Questionari per genitori, per il soggetto in esame e per gli insegnanti di quest’ultimo per ottenere tutte le informazioni necessarie.

Un grande passo avanti nell’identificazione della plusdotazione a livello scolastico è stato ottenuto con la nota n. 562 del 3 aprile 2019 del MIUR: gli alunni riconosciuti come plusdotati vengono ufficialmente inseriti nel sistema degli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES).

In questo modo, nel caso in cui ci siano situazioni di necessità e disagio scolastico, gli insegnanti potranno ricercare soluzioni personalizzate per ogni alunno.

Tale cambiamento nel mondo scolastico italiano ha permesso di dare una maggiore importanza alla plusdotazione, non considerando più gli alunni gifted come soggetti in grado di apprendere e riuscire da soli; in tutto questo un ruolo importantissimo ha la didattica inclusiva, grazie alla quale si ha la possibilità di offrire le stesse opportunità ad ogni studente, in modo però personalizzato e adattato alle necessità di ciascuno.

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