Alunno dimenticato per 8 ore sullo scuolabus, la Procura chiede archiviazione dell’indagine. I genitori non ci stanno

I genitori di un bambino di 3 anni dimenticato sullo scuolabus per quasi otto ore a Campli (in provincia di Teramo) lo scorso giugno, si oppongono alla richiesta di archiviazione del caso presentata dalla procura.
L’avvocato, che rappresenta la famiglia, ha depositato un’opposizione all’archiviazione, contestando la prognosi iniziale di 6 giorni del pronto soccorso e puntando su una successiva consulenza di parte di un neuropsichiatra infantile che ha stimato la prognosi a 40 giorni.
Secondo i familiari, l’autista e l’assistente dello scuolabus, indagati per abbandono di minore, avrebbero commesso un’omissione di soccorso per non aver chiamato subito il 118 e per le lesioni riportate dal bambino.
L’alunno, che all’epoca dei fatti aveva 3 anni, è stato trovato spaventato e disidratato dopo essere rimasto chiuso nel pulmino con la cintura allacciata. Il trauma psicologico ha avuto strascichi nei mesi successivi, richiedendo l’intervento di un neuropsichiatra infantile.
“Non accettiamo l’archiviazione”, affermano i genitori. “Gli errori possono succedere, ma quando ci sono i bambini bisogna fare ancora più attenzione. Non vogliamo che questo possa succedere ad altri bambini”.
La decisione sulla richiesta di archiviazione spetterà al giudice.
La ricostruzione dei fatti
Secondo quanto segnala Il Messaggero, il giorno dell’incidente, il padre era fuori per lavoro. La mamma ha ricevuto una chiamata anonima alle 16, informandola di un “episodio spiacevolissimo” che aveva coinvolto suo figlio. 18 minuti dopo, lo scuolabus è arrivato a casa. Il bimbo era pallido, con le occhiaie marcate e i segni della cintura di sicurezza sul corpo. Al pronto soccorso gli è stata somministrata una flebo per la reidratazione. Oltre alle cure mediche immediate, l’alunno ha avuto bisogno di un supporto psicologico per superare il trauma. La consulenza neuropsichiatrica ha infatti rilevato una prognosi di 40 giorni. I genitori di Michele chiedono che le indagini vadano avanti per ottenere giustizia e per evitare che simili episodi si ripetano in futuro.