Alunno di scuola primaria minacciato con un coltello da un alunno delle medie: la vittima ha raccontato tutto

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Un alunno di scuola primaria di Ravenna è stato minacciato con un coltello da un alunno di scuola media. Il bambino ha raccontato tutto alle maestre facendo venire alla luce l’ennesimo caso di violenza a scuola.

Come riporta Corriere Romagna, che ha ascoltato la madre dell’alunno vittima della minaccia a mano armata, i compagni di scuola elogiano il gesto del piccolo alunno, chiamandolo “eroe”, dato che ha avuto il coraggio di denunciare la violenza ricevuta dal compagno di scuola più grande.

In base al racconto della madre, un ruolo fondamentale in questa vicenda lo hanno avuto le maestre, che hanno incoraggiato l’alunno a raccontare tutta la verità sull’accaduto.

Armi e violenza a scuola

L’episodio di Ravenna racchiude in sé contemporaneamente due problematiche che vessano la scuola: quella del bullismo e quella delle armi portate a scuola.

Per quanto riguarda le armi a scuola, proprio in questi giorni abbiamo raccontato l’appello, accolto, della preside della scuola di Ponticelli, in provincia di Napoli, sull’introduzione dei metal detector a scuola per evitare che gli studenti introducano delle armi.

L’iniziativa napoletana in realtà fa riflettere a livello nazionale, dato e considerato che le armi a scuola le portano un po’ in ogni territorio.

L’ANPE, l’Associazione Nazionale dei Pedagogisti Italiani, aveva già lanciato l’allarme, invitando a mettere in luce il fatto che sempre più giovani portino a scuola un coltello o un’arma.

“L’aumento dell’uso del coltello tra giovani e giovanissimi non può più essere sottovalutato. Questo comportamento è il sintomo di un disagio profondo, che nasce dall’assenza di punti di riferimento e dalla crescente disaffezione nei confronti delle istituzioni educative”, spiega la Presidente dell’ANPE, Maria Angela Grassi.

“È essenziale – prosegue la presidente Anpe – che la scuola e la famiglia riprendano il loro ruolo centrale, diventando i primi luoghi di formazione alla cittadinanza e alla convivenza civile. La repressione, per quanto necessaria, non basta: occorre un impegno concreto da parte delle istituzioni per attuare progetti di educazione emotiva e civica, così da fornire ai giovani gli strumenti per gestire le proprie emozioni, affrontando conflitti e frustrazioni senza ricorrere alla violenza.”

Bullismo a scuola

In tema di bullismo, ricordiamo che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha diffuso una nota in cui vengono fornite indicazioni alle scuole sugli adempimenti previsti con le novità introdotte dalla Legge 17 maggio 2024, n.70“Disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto del bullismo e del cyberbullismo”, in cui vengono individuati altri strumenti per rafforzare le azioni di contrasto e prevenzione del bullismo e cyberbullismo.

Il MIM nella nota invita gli istituti nell’ambito della propria autonomia e in conformità alle Linee di orientamento, ad adottare un codice interno per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo e istituisca un tavolo permanente di monitoraggio.

Inoltre, viene sottolineata la necessità di individuare fra i docenti un referente con il compito di coordinare le relative iniziative.

 

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