Alunno bocciato scrive una lettera alla scuola: “Mi hai lasciato indietro, troppo impegnata a giudicarmi invece che aiutarmi”

È destinata a far discutere una lettera-sfogo inviata a Skuola.net da uno studente anonimo, che accusa la scuola di essere la causa del suo fallimento.
Nelle sue parole, il giovane lamenta la mancanza di comprensione e supporto da parte della scuola, una struttura che, secondo lui, si è focalizzata troppo sulla valutazione quantitativa piuttosto che sulla comprensione del percorso individuale di apprendimento degli studenti.
Entrato a scuola con entusiasmo e curiosità, si è trovato invece a combattere contro l’isolamento, la pressione per conformarsi, e un’assenza di empatia nel riconoscere i suoi problemi personali. Un faro nel buio, quello che la scuola avrebbe dovuto essere, è risultato invece un muro di indifferenza.
Il punto di rottura è arrivato con una fredda direttiva di “studio individuale” come suggerimento di recupero. Lo studente esprime la sua frustrazione per l’assenza di corsi di recupero, affermando che, per la scuola, lui e i suoi coetanei sono ridotti a meri numeri.
Infine, l’accusa più dura. Secondo lo studente, la scuola ha fallito nel suo compito fondamentale: non la selezione degli individui, ma la formazione degli stessi. È convinto che il sistema scolastico abbia perso di vista il suo ruolo, concentrandosi sulla produzione di risultati piuttosto che sul sostegno allo sviluppo degli studenti.
In un appello appassionato, lo studente chiede una riconsiderazione del ruolo della scuola, avvertendo del pericolo di distruggere un’intera generazione. Una richiesta di cambiamento, non solo per lui, ma per tutti gli studenti che condividono la sua esperienza.
Questa lettera-sfogo solleva interrogativi cruciali sul nostro sistema di istruzione. È giunto il momento di prestare attenzione a queste voci, per evitare che queste storie diventino una triste norma nel nostro sistema scolastico.