Alunni “insulino-dipendenti”, per la Corte di Cassazione hanno necessità di assistenza giornaliera: sì all’indennità di accompagnamento

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La Cassazione ha recentemente sottolineato il diritto dei bambini affetti da diabete insulino-dipendente all’indennità di accompagnamento dell’Inps. La decisione è stata presa in seguito al ricorso di una madre che si è vista negare questo diritto per sua figlia a causa del fatto che la bambina conduceva una “vita normale” e svolgeva gli atti quotidiani della sua età.

La Cassazione ha affermato che “l’incapacità richiesta per il riconoscimento dell’indennità di accompagnamento non è commisurata al numero degli elementari atti giornalieri, ma alla loro incidenza sulla salute del malato e sulla sua dignità come persona”. In altre parole, la necessità di una effettiva assistenza giornaliera non dipende dalla capacità di compiere molti atti quotidiani, ma dalla loro rilevanza e importanza per la salute e la dignità del paziente.

Nel caso specifico, la Cassazione ha riconosciuto che la bambina aveva bisogno di un aiuto permanente per la somministrazione dell’insulina e che, a causa della sua età e delle sue condizioni psicofisiche, non era in grado di comprendere la necessità e l’importanza di questo atto terapeutico. La madre, che si assentava dal lavoro quotidianamente per aiutare la figlia, ha diritto all’indennità di accompagnamento per gli anni dal 2015 al 2018.

In sintesi, la Cassazione ha ribadito che la capacità di compiere gli atti della vita quotidiana deve essere valutata tenendo conto dell’età, delle condizioni psicofisiche e della capacità di comprendere il significato e la necessità degli atti quotidiani, soprattutto quando si tratta di bambini.

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