Alunni con disabilità, per loro la DaD migliora ma il 19% ha svolto lezione solo con l’insegnante di sostegno senza compagni di classe

Migliora la partecipazione alla didattica didattica a distanza per gli studenti con disabilità: scendono infatti al 2,3% gli esclusi dalla (DAD), contro il 23% dell’anno precedente. Nei periodi in cui se ne è fatto ricorso molti hanno partecipato in presenza con altri compagni (38%). Soddisfatto il 98% delle richieste di dispositivi per seguire le lezioni a distanza.
Sono i dati riportati dall’ultimo rapporto Istat “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità” nell’anno 2020/2021
Rispetto all’anno precedente, dunque, si registra un consistente aumento dei livelli di partecipazione, anche grazie a una più adeguata organizzazione delle scuole.
Ok al piano della DDI
Prima di tutto nell’anno scolastico 2020-21, la modalità di svolgimento della didattica a distanza è stata definita in modo più chiaro e dettagliato dal Piano scolastico per la Didattica Digitale Integrata (DDI) che ha previsto anche diverse modalità di partecipazione per gli alunni con disabilità, in special modo la possibilità di proseguire in presenza durante i periodi di attivazione della DAD.
Le diverse disposizioni di natura territoriale dello scorso hanno generato un panorama di prestazioni molto eterogeneo, con una maggiore attività in presenza nelle scuole del primo ciclo e un più ampio ricorso alla DAD nelle scuole del Sud Italia dove le restrizioni sono state maggiori.
Dunque la riduzione dei periodi di sospensione, insieme ad una migliore organizzazione da parte delle scuole, hanno determinato in basi ai dati raccolti dall’ISTAT, un aumento considerevole dei livelli di partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza, con una quota di esclusi che si attesta al 2,3% rispetto al 23% registrato nell’anno precedente. Quota che sale al 3,3% nelle scuole del Mezzogiorno, con punte del 4% in Calabria e in Campania.
I motivi di esclusione dalla Dad
Quali sono i motivi principali che hanno limitato la partecipazione degli alunni con disabilità alla didattica a distanza? La gravità della patologia (26%), il disagio socio-economico, la difficoltà organizzativa della famiglia (entrambi al 14%) e la mancanza di strumenti tecnologici adeguati (11%).
C’è anche una quota meno consistente dove il motivo dell’esclusione è stato riconducibile alla difficoltà nell’adattare il Piano Educativo per l’Inclusione (PEI) alla didattica a distanza (6%) e alla mancanza di ausili didattici specifici (2%).
Modalità di partecipazione
Per quanto riguarda la modalità di partecipazione all’attività didattica a distanza sono state diverse, il 41%, ha preso parte alla DAD insieme agli altri compagni, quindi con lezioni a distanza in collegamento con tutti i docenti (curricolari e per il sostegno) e insieme all’intero gruppo classe;
C’è invece il 38% di casi in cui la scuola ha invece organizzato percorsi personalizzati con il coinvolgimento dei coetanei, al fine di evitare l’isolamento dal gruppo dei pari. Per questi studenti, ricorda l’ISTAT, nei periodi in cui la classe ha seguito le lezioni a distanza, la didattica si è svolta sempre in presenza con l’insegnante per il sostegno e con un gruppo ristretto di compagni anch’essi in presenza (25%) o collegati da remoto (13%).
Non bisogna però sottovalutare un altro aspetto: alla percentuale di alunni completamente esclusi dalle attività didattiche svolte a distanza (2%) si aggiunge infatti un 19% di studenti con disabilità che ha fatto lezione con il solo insegnante per il sostegno, senza il coinvolgimento dei compagni e degli altri docenti.
Le scuole hanno fatto passi avanti
L’attivazione della didattica a distanza ha richiesto un grosso sforzo da parte della scuola che ha dovuto far fronte alla carenza di dispositivi informatici nelle abitazioni degli studenti. Nell’anno scolastico 2020- 2021 a fare richiesta di questi strumenti sono circa il 17% degli alunni con disabilità, contro il 7% del resto degli iscritti.
La domanda maggiore proviene dalla scuola secondaria di secondo grado (20%) mentre diminuisce nella primaria (13%) dove l’attivazione della DAD è stata meno frequente. Notevoli anche le variazioni territoriali, la quota di richieste aumenta sensibilmente nelle regioni del Mezzogiorno, raggiungendo i livelli più alti in Basilicata e in Calabria dove si registrano percentuali molto sopra la media nazionale (rispettivamente 25 e 32%).
Nella quasi totalità dei casi la scuola è riuscita a sopperire a tale carenza fornendo la strumentazione richiesta al 98% dei richiedenti, quota piuttosto stabile sul territorio.