Alunni con disabilità, diritto ad usufruire delle terapie ABA durante la permanenza a scuola. Ordinanza

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La tutela dei diritti degli alunni disabili e in particolare di quelli con disturbi dello spettro autistico nonostante tutti gli sforzi del Ministero, è oramai affidata anche  alla giurisprudenza amministrativa e costituzionale.

Ricordiamo la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, del 13 dicembre 2006 ratificata poi con la legge 3 marzo 2009, n. 18, in particolare gli articoli 7 e 24 nei quali si esplica quanto segue:

Articolo 7
1. Gli Stati Parti prenderanno ogni misura necessaria ad assicurare il pieno godimento di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali da parte dei bambini con disabilità su base di eguaglianza con gli altri bambini.
2. In tutte le azioni concernenti i bambini con disabilità, il superiore interesse del bambino sarà tenuto prioritariamente in considerazione.
3. Gli Stati Parti garantiranno che i bambini con disabilità abbiano il diritto di esprimere le proprie opinioni liberamente in tutte le questioni che li riguardano, le loro opinioni essendo prese nella dovuta considerazione in rapporto alla loro età e maturità, su base di eguaglianza con gli altri bambini, e che sia fornita adeguata assistenza in relazione alla disabilità e all’età allo scopo di realizzare tale diritto.

Articolo 24
1. Gli Stati Parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità all’istruzione. Allo scopo di realizzare questo diritto senza discriminazioni e su una base di eguaglianza di opportunità, gli Stati Parti faranno in modo che il sistema educativo preveda la loro integrazione scolastica a tutti i livelli e offra, nel corso dell’intera vita, possibilità di istruzione finalizzate: a) al pieno sviluppo del potenziale umano, del senso di dignità e dell’autostima ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e della diversità umana.

2. Nel realizzare tale diritto, gli Stati Parti dovranno assicurare che:
a) le persone con disabilità non siano escluse dal sistema di istruzione generale sulla base della disabilità e che i bambini con disabilità non siano esclusi da dall’istruzione primaria obbligatoria gratuita o dall’istruzione secondaria in base alla disabilità;
b) le persone con disabilità possano accedere ad un’istruzione primaria inclusiva, di qualità e gratuita e ad un’istruzione secondaria su base di eguaglianza con gli altri e all’interno delle comunità in cui esse vivono.

Il riconoscimento dei diritti dei disabili avviene anche in Tribunale

Sono Associazioni come l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e quella della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) che da tempo assistono i genitori di alunni con handicap, a raggiungere importanti traguardi.

Lo scorso ottobre il Tar Campania ha accolto due ricorsi importanti in merito agli alunni autistici, il primo inerente al loro diritto ad avere l’insegnante di sostegno durante tutte le ore in cui sono presenti a scuola e l’altro che ha riconosciuto il diritto dei minori con autismo a fruire delle “terapie ABA” (analisi applicata del comportamento) anche durante l’orario scolastico.

Che cosa è il metodo ABA

Il metodo ABA cominciò ad essere riconosciuto a partire dalla fine degli anni ’60 quando lo psicologo e professore presso l’Università di Los Angeles (UCLA) Ivar Lovaas, ricorse a delle strategie comportamentali nei confronti di bambini affetti da autismo ma fu soltanto nel 1980 quando cioè si constatò che l’autismo era incurabile, Lovaas dimostrò l’efficacia dei suoi interventi comportamentali intensivi in oltre il 47% dei 19 pazienti che seguiva.

L’utilizzo del metodo ABA è riconosciuto anche dall’Istituto Superiore della Sanità, nella Linea Guida n. 21 “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” e ci si avvale dell’intervento di figure professionali specializzate, quali il logopedista, lo psicologo, gli insegnanti ma anche la famiglia, i genitori e gli amici vengono chiamati in causa.
Attraverso l’osservazione del comportamento del bambino autistico e della sua reazione agli stimoli che gli provengono dall’esterno, lo specialista inizierà ad attuare degli esercizi specifici per modificare il comportamento.

Nel contesto scolastico l’insegnante di sostegno e l’insegnante delle materie disciplinari, sono affiancati da un professionista ABA. Al di fuori della scuola è lo psicologo ABA a collaborare con i genitori e i familiari del bambino autistico.

L’Ordinanza che riconosce il diritto ad usufruire delle terapie ABA durante la permanenza a scuola

L’Ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania, del 22 ottobre scorso N. 01966/2020, ha accolto il ricorso della ANGSA Campania, riconoscendo il diritto dei minori con autismo a fruire delle “terapie ABA” e quindi dei terapisti anche durante l’orario scolastico.

Il motivo del ricorso dei genitori degli alunni dei minori con autismo, è legato al fatto che dato lo stato di emergenza epidemiologica, era stato impedito ai terapisti l’ingresso a scuola “per ragioni di spazio” e in quanto “estranei alla scuola “ma l’ordinanza su citata ha stabilito quanto segue:

– dalle risultanze documentali emerge il diritto dei minori a fruire del trattamento terapeutico, contraddistinto dal cd. “metodo ABA” e che, durante il periodo scolastico, è destinato ad essere espletato durante l’orario scolastico e, quindi, con la presenza dei terapisti all’interno del plesso educativo;
– … tenuto altresì conto che – pur nella consapevolezza del difficile momento che la istituzione scolastica sta vivendo a cagione della emergenza epidemiologica – i bisogni assistenziali dei minori -, e lo svolgimento della terapia “in presenza” e all’interno dei plessi scolatici, assumono in ogni caso carattere di peculiare pregnanza e preminenza… .
Tutto ciò sta a dimostrare che purtroppo nella maggior parte dei casi, la tutela dei diritti degli alunni con handicap, avvenga nelle aule dei Tribunali, in quanto sovente i genitori ricorrono alla magistratura per far sì che non vengano lesi i diritti dei loro figli, basti pensare ai continui ricorsi fatti per ottenere il riconoscimento delle ore di sostegno così come stabilito dal PEI.

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