Alunni con disabilità, come favorire l’autonomia personale e la comunicazione: il piano a Imola e dintorni

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Nuove pratiche scolastiche ed extrascolastiche per sostenere una migliore inclusione scolastica per gli alunni con disabilità. Si tratta del progetto approvato dalla Giunta a Imola.

Come riporta Il Resto del Carlino, si tratta del progetto ‘Un nuovo modello di intervento per l’assistenza agli alunni diversamente abili’ sostenuto con fondi europei per lo sviluppo sostenibile (Atuss) veicolati dalla Regione.

L’intesa, valida fino a fine 2026, nelle scuole del circondario comincerà un “percorso partecipato di analisi dei modelli utilizzati dai docenti di sostegno e dal personale educativo“.

L’obiettivo è quello di “favorire l’autonomia personale e sociale e la comunicazione” finalizzate “all’inclusione, con particolare riferimento ai temi legati all’autismo, ai disturbi comportamentali ed alle disabilità sensoriali sui quali si intende attivare e consolidare un confronto stabile e permanente“.

Nell’ottica del progetto, tutto serve per “individuare e condividere nuove pratiche da applicare nei diversi contesti territoriali“.

Si parte dai dati di alunni con disabilità in aumento e una conseguente riflessione di ampliamento dell’offerta extrascolastica inclusiva a favore dei bambini e dei ragazzi con disabilità, allo scopo di alleggerire la pressione e le aspettative che, secondo i Comuni, “al momento sono quasi totalmente concentrate (anche da parte delle famiglie) sul sistema scolastico con aumenti continui delle richieste di maggiore permanenza a scuola ed un numero sempre maggiore di ore di assistenza“.

Per questo motivo, si interverrà per “ampliare la già consistente offerta di servizi offerti ed organizzati con le risorse finanziarie dei Comuni, del Fondo sociale locale e di contrasto al ritiro sociale, dei fondi Dopo di noi e Caregiver, operando al contempo sul potenziamento degli interventi per la maggiore età (sinergia con Fondo regionale disabili, presa in carico precoce da parte del Servizio sociale adulti, ecc.)“.

E questo proprio al fine di “favorire la transizione dalla scuola ed evitare oltremodo la permanenza nel sistema scolastico che, pur essendo rassicurante per i familiari, non è quasi mai veramente opportuna per i diretti interessati“, recita l’accordo tra i Comuni.

Inoltre, si interverrà sulla ricerca di “nuovi modelli di interventi educativi inclusivi, partendo dall’analisi di buone pratiche già sperimentate a livello nazionale, regionale e locale“, da applicarsi sia in contesti scolastici che extrascolastici.

Novità anche per i centri estivi che rappresentano secondo i Comuni un “ambito di applicazione ideale in quanto presentano caratteristiche tali da poter consentire l’applicabilità, una volta validatane l’efficacia, anche in contesti più complessi (come la scuola) del modello stesso e dei correlati risultati“.

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