Alunna morta durante rafting in Calabria, due rinvii a giudizio. Indagati anche il dirigente scolastico e due docenti

Il prossimo 10 aprile, dinanzi al Tribunale di Castrovillari, comincerà il processo per la morte di Denise Galatà, la giovane studentessa di diciannove anni vittima di un incidente durante un’escursione di rafting sul fiume Lao.
L’episodio, avvenuto il 30 maggio 2023, durante una gita scolastica organizzata dall’Istituto “Rechichi” di Polistena, ha scosso l’opinione pubblica e acceso i riflettori sulla sicurezza di queste attività. Sotto accusa, così come segnala l’agenzia di stampa ANSA, con l’imputazione di omicidio colposo, il presidente del consiglio direttivo della società di rafting, e l’istruttore alla guida del gommone su cui viaggiava la vittima.
Le accuse della Procura: imprudenza e negligenza
La Procura di Castrovillari punta il dito contro gravi mancanze nell’organizzazione e nella gestione dell’attività. Al presidente viene contestato di aver consentito la discesa sul fiume nonostante un’ordinanza comunale ne vietasse l’accesso a causa dell’allerta meteo, impiegando inoltre personale privo delle necessarie qualifiche. L’istruttore, invece, secondo l’accusa, non solo possedeva una qualifica insufficiente per la navigazione in quel tratto del fiume Lao, ma avrebbe anche equipaggiato il gommone in modo inadeguato, sottovalutando le criticità del percorso e non interrompendo la navigazione neppure di fronte al pericolo, con la tragica conseguenza della caduta in acqua della giovane Denise, che non è più riemersa.
Indagini estese anche alla scuola
L’inchiesta, tuttavia, non si limita ai responsabili dell’organizzazione del rafting. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati anche la dirigente scolastica e due insegnanti dell’Istituto “Rechichi”, aprendo un nuovo fronte di accertamenti sulle responsabilità legate alla supervisione e alla sicurezza della gita scolastica. Un’ulteriore fase dell’indagine che mira a fare piena luce su tutti gli aspetti di questa dolorosa vicenda.