Alunna di un liceo classico prende 100 alla maturità, senza lode. Fa ricorso al Tar, ma i giudici le danno torto

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Una studentessa di un liceo classico, che aveva ottenuto 100 all’esame di maturità, ha presentato ricorso al Tar per ottenere la lode. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha però respinto la sua richiesta, condannandola anche al pagamento di oltre 3600 euro di spese legali.

La motivazione della bocciatura del ricorso è che la studentessa, pur avendo conseguito il massimo dei voti in tutte le prove, non aveva brillato durante l’esame orale. I giudici del Tar hanno infatti sottolineato che la lode viene assegnata solo a chi dimostra “capacità di argomentare in maniera critica e personale, rielaborando i contenuti acquisiti”.

Nella sua istanza, la studentessa sosteneva di aver ottenuto un punteggio di 4,5/5 nell’indicatore relativo alla capacità di argomentazione, che era stato poi arrotondato a 5/5. Tuttavia, i giudici del Tar hanno rilevato che questo arrotondamento era stato effettuato “per effetto di una valutazione più ampia che teneva conto anche delle valutazioni di altri candidati”.

Il Tar ha concluso che la studentessa non aveva fornito “la prova di quella brillantezza che, secondo i criteri articolati dalla stessa commissione, costituiva il presupposto per l’attribuzione della lode”.

Posizioni contrapposte

La vicenda ha acceso un dibattito sulla valutazione degli studenti e sul significato della lode. C’è chi sostiene che la lode sia un riconoscimento troppo ambito e che non sia necessario ottenere il massimo dei voti in tutte le prove per meritarla. Altri invece ritengono che la lode debba essere riservata solo agli studenti davvero eccellenti.

Indipendentemente dalle diverse posizioni, la sentenza del Tar ha chiarito che la lode non è un diritto automatico, ma un riconoscimento che deve essere guadagnato sul campo.

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