Alunna cade dalle scale e si frattura la tibia: la scuola paga solo se i gradini sono usurati. Ordinanza della Corte di Cassazione [PDF]
In un recente caso analizzato dalla Corte di Cassazione, riportato dal quotidiano Il Sole 24 Ore, è stata presa una decisione importante riguardo alla responsabilità delle scuole nel garantire la sicurezza degli studenti.
La vicenda, culminata con l’ordinanza n.15190 depositata il 30 maggio, riguarda un’alunna che è caduta rovinosamente dalle scale della scuola, riportando una grave frattura della tibia, mentre tornava in aula dal bagno.
Cosa ha deciso la Corte
La Suprema Corte ha concordato con le conclusioni del tribunale di appello, affermando che l’amministrazione scolastica aveva dimostrato adeguatamente di aver garantito la sorveglianza degli studenti. Questo è stato evidenziato dallo stato di manutenzione degli ambienti scolastici, non essendo stata sollevata alcuna questione riguardo l’usura o la scivolosità delle scale, e dalla mancanza di altri studenti presenti nel momento dell’incidente. Inoltre, è stato preso in considerazione lo sviluppo psico-motorio dell’allieva, che era in grado di muoversi autonomamente, rendendo inesigibile una sorveglianza continua durante il tragitto tra l’aula e i servizi igienici.
La responsabilità della scuola
La responsabilità delle scuole può essere definita come responsabilità contrattuale. L’obbligo di dimostrare il mancato adempimento da parte dell’istituto scolastico ricade su chi rappresenta l’alunno, così come quello di illustrare i danni subiti. Al contrario, è compito dell’amministrazione scolastica dimostrare, anche presuntivamente, l’adempimento delle sue obbligazioni o l’impossibilità imprevedibile o inevitabile di adempiere correttamente all’obbligo di proteggere lo studente. Pertanto, in assenza di evidenza di condizioni particolarmente pericolose nei luoghi dell’incidente, non si può richiedere all’amministrazione scolastica di provare specificamente l’assenza di tale pericolosità.